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Manovra, Moscovici: serve cambiamento. Di Maio: reddito non slitta

Per trovare una soluzione comune sulla manovra che eviti procedure di infrazione c’è bisogno che “le cose si muovano”: è questo il messaggio del Commissario europeo Pierre Moscovici all’Italia. Nonostante il clima più disteso creato dall’incontro tra Conte e Juncker e dall’apertura del Governo alle obiezioni di Bruxelles, bisogna pur sempre ricordare che “le nostre regole sono regole, possiamo essere flessibili”, ha detto Moscovici, “ma non possiamo ignorarle”. Intanto, pur testimoniando il clima di dialogo con l’Europa, il Vicepremier Luigi Di Maio smentisce le indiscrezioni di uno slittamento da marzo a aprile di una delle misure cardine della legge di bilancio, il reddito di cittadinanza.

Moscovici ha spiegato che “possiamo essere flessibili nel quadro delle regole”, perchè l’Italia lo merita, e per questo il dialogo proseguirà anche nel finesettimana “a Buenos Aires con Juncker”, dove ci saranno anche Giovanni Tria e Giuseppe Conte. Come fatto dal triumvirato del Governo italiano, anche il commissario minimizza la questione deficit legata alla manovra. “Non è una questione di cifre, non si tratta di fare una media, ci sono delle regole che vanno rispettate”: così Moscovici risponde a chi gli chiede se un deficit italiano a 2,2% sia sufficiente.

Non aiuterà però a venire incontro alle richieste europee il reddito di cittadinanza, sul quale non fa sconti Di Maio, che ha risposto con un “si” a chi gli chiede se il reddito partirà a marzo, a fronte delle ipotesi di uno slittamento ad aprile. Di Maio ha anche spiegato che il Governo è in attesa delle relazioni tecniche sulle misure della manovra, “ma c’è una decisione politica e una decisione tecnica”. Intanto il vicepremier ha incontrato il vicecancelliere tedesco e ministro delle Finanze Olaf Scholz. L’incontro sarebbe stato chiesto dallo stesso Scholz e ha avuto sul tavolo il tema della manovra. Il vertice secondo Di Maio è stato fondamentale “per spiegare nel dettaglio le misure cardine contenute nella legge di bilancio”. Nel corso dell’incontro, afferma il ministro, “ho ribadito la ferma intenzione del Governo ad abbassare il debito pubblico, accumulato negli anni, agendo attraverso politiche di rilancio dell’economia reale: dagli investimenti al reddito di cittadinanza, con misure di reinserimento nel mondo del lavoro, alla riforma del sistema pensionistico per permettere di rigenerare la forza lavoro del Paese”. Al Vicecancelliere Di Maio ha confermato “che è in corso un dialogo con la Commissione Europea, portato avanti dal Presidente del Consiglio Giuseppe Conte e dal Ministro dell’Economia Giovanni Tria”.

Il dialogo continuamente invocato da entrambe le parti potrebbe anche fermare l’iter che, se attuato, porterebbe ad una procedura sanzionatoria per debito eccessivo. Ma ci sono ancora diverse tappe da percorrere, e il cammino potrebbe interrompersi in qualunque momento se l’Italia e la Ue trovassero un’intesa. giovedì si riuniranno gli sherpa dell’Eurogruppo e dell’Ecofin (Efc) in teleconferenza, chiamati a dare un parere sulla decisione della Commissione Ue di dichiarare ‘giustificata’ l’apertura di una procedura per debito ai danni dell’Italia. Il sostegno è praticamente scontato, anche perché è un organo tecnico che non prende decisioni politiche. Giovedì è anche il giorno di Di Maio a Bruxelles, che vedrà diversi commissari con cui non dovrebbe però affrontare il tema manovra.

Nel finesettimana, poi, il G20 di Buenos Aires darà la possibilità di confrontarsi a Juncker e Moscovici, da una parte, e Conte e Tria dall’altra. Secondo il cronoprogramma della procedura d’infrazione, lunedì l’Eurogruppo dovrebbe rendere pubblico il suo sostegno alla decisione della Commissione sull’Italia, consentendole così di iniziare a lavorare alla raccomandazione vera e propria sulla procedura. Il 19 dicembre si terrà poi l’ultima riunione dell’anno del Collegio dei commissari, e si potrebbe approvare la raccomandazione all’Italia se non ci sarà un accordo prima. Il 22 gennaio si terrà il primo Eurogruppo-Ecofin dell’anno, che potrebbe validare la raccomandazione della Commissione, rendendo la procedura ufficialmente operativa. La data limite entro cui l’Eurogruppo e l’Ecofin devono esprimersi sulla procedura è il primo febbraio: le regole prevedono un loro parere entro 4 mesi dall’ultima notifica Eurostat sui dati dei conti pubblici (pubblicata ad ottobre).

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