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Tav: Foietta, questione è politica. Da Governo mai risposte

Coppola Toninelli

La questione Tav Torino-Lione “è politica e non tecnica. Tutti i dati e i ragionamenti confermano l’utilità e la necessità di farla”. A dirlo è stato Paolo Foietta, commissario straordinario del Governo alla Tav, durante un’audizione in commissione trasporti alla Camera. Al di là del giudizio di merito sull’opera, l’affermazione di Foietta sembrerebbe essere più che fondata: nei giorni scorsi, infatti, le due fazioni del Governo a favore e contro la Tav, Lega e 5 stelle, hanno già preparato il campo di battaglia per il possibile scontro che avverrà dopo la pubblicazione dei risultati dell’analisi, indipendentemente dal giudizio degli stessi sull’utilità dell’opera.

L’analisi è stata affidata alla commissione guidata dal professor Marco Ponti, che per primo ha annunciato il completamento della relazione, e al quale è “stato vietato di incontrarmi”, ha detto Foietta. Sulla Tav, ha aggiunto, “non ho mai parlato con questo governo. Ho scritto 12 lettere via Pec ma non ho ricevuto nessuna risposta“. “È una cosa gravissima, visto che sono commissario e il governo è il mio interlocutore. Si tratta di una situazione paradossale”, ha aggiunto.

Ultimo in ordine di tempo ad esprimersi sull’argomento, tra i rappresentanti dell’esecutivo, è stato Danilo Toninelli, Ministro dei trasporti che, intervistato su La7, ha ricordato che se l’analisi costi-benefici sulla Tav “sarà negativa, ne parlerò con la Francia, la Commissione Ue e ne parleremo all’interno del Governo, ne parleremo assolutamente con la Lega, senza alcun pregiudizio”. Un’apertura al confronto solo parziale, visto che il ministro ha contemporaneamente ricordato, con toni forti, la posizione del suo partito: “il M5s è sempre stato contro un’opera che è uno spreco di denaro assoluto”, ha detto Toninelli, sottolineando che “l’importante per me oggi è gestire bene il portafoglio di denaro pubblico, cosa che prima non è mai stata fatta”. E se i risultati dell’analisi non sono stati ancora diffusi, ha precisato Toninelli, non è perché si tratti di una relazione “segretissima”, ma perchè “stiamo facendo una cosa molto complessa”. Il documento “lo stiamo analizzando, ci vorranno pochi giorni per dire se è ok, verrà protocollato. Non lo so se è negativo, finché non è protocollato, è molto complesso”.

Secondo Foietta la Tav “si deve fare. Lo ha deciso il Parlamento e la scelta di non farla spetta al Parlamento attraverso un atto di ricusazione di un trattato internazionale ratificato il primo marzo del 2017″. Per tornare indietro sulla decisione presa sulla Tav “il passaggio in Parlamento è un atto obbligatorio”, continua Foietta aggiungendo che sebbene il referendum rappresenti l’estrema ratio, “la Costituzione non prevede che un trattato internazionale sia oggetto di referendum, che potrebbe, se mai, essere consultivo”.

E sui numeri, Foietta contesta quelli di cui ha parlato in diverse occasioni Toninelli. Per la realizzazione complessiva dell’opera “mettendo tutto insieme, la cifra su cui ragioniamo arriva al massimo a 15 miliardi, siamo lontani dai 20”. Il costo che l’Italia dovrebbe ancora sostenere per realizzare l’asse ferroviario Torino-Lione “è di 4,7 miliardi a cui vanno aggiunti 1,4 miliardi di lavori già fatti. Per la sezione transfrontaliera, il costo complessivo dell’opera è di 8,7 miliardi (sempre da sostenere) di cui 3 per l’Italia”, 1,7 dei 4,7 sono infatti ascrivibili alla parte italiana. La parte di costi dei francesi “oggi non è determinabile, ma dovrebbero spendere per la loro tratta nazionale circa 3,4 miliardi – ha continuato Foietta – quindi mettendo tutto insieme, 8,7 più 1,7, più 3,4 porta a una cifra inferiore a 15 miliardi, mai a 20”. Il commissario Foietta ha poi aggiunto che, secondo quanto previsto dalla legge, resterà in carica fino al 14 febbraio.

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