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Corsa a quota 100, 5mila domande. Di Maio: parte ricambio generazionale

E’ corsa alla pensione anticipata. Sono quasi 5.000 le domande arrivate già all’Inps per chiedere di rientrare nelle nuove misure, a partire da Quota 100, previste dal Decreto del Governo. Il presidente del Civ dell’Inps, Guglielmo Loy fornisce i primi numeri, sottolineando che le richieste sono arrivate per via telematica (1.892 prima delle 17) e attraverso i patronati (2.697). Non solo. “Tantissime persone si sono presentate nelle sedi dell’Istituto per informazioni su Quota 100 e sul reddito di cittadinanza“.

Rivendica il risultato il vicepremier Luigi Di Maio. “Smettiamola di ascoltare i menagrami. Abbiamo dato l’opportunità a chi ha lavorato una vita intera di esercitare un proprio diritto. Con le uscite di quota 100 e lo sblocco del turn over si apriranno tantissime opportunità di lavoro per i nostri giovani. Parte il ricambio generazionale“, afferma su Facebook. “Stiamo realizzando quello che abbiamo detto e i risultati si cominciano a vedere. E siamo solo all’inizio”.

I dati delle domande di pensione arrivate all’Inps e soprattutto le tantissime persone che si presentano nelle sedi dell’istituto per informazioni su quota 100 e reddito cittadinanza, dice Loy, “pongono, con urgenza, il tema di come rafforzare la collaborazione con gli intermediari, a partire dai Patronati e dai Caf. Già oggi, oltre il 70% delle prestazioni assistenziali e previdenziali vengono inoltrate da queste realtà di tutela sociale. È opportuno che il legislatore sostenga concretamente queste realtà anche nella delicata fase consulenziale propedeutica alla scelta consapevole delle persone nel richiedere la prestazione”.

Intanto, i tecnici di Camera e Senato aprono un altro fronte potenzialmente caldo. Requisiti “di molto superiori” ai 5 anni di residenza per le prestazioni sociali per gli stranieri sono già stati bocciati dalla Corte Costituzionale, ricordano i tecnici di Camera e Senato nel dossier che analizza il Decretone, sottolineando come 5 anni siano il tempo necessario per lo status di soggiornante di lungo periodo. “La Corte ha rilevato che le politiche sociali possono richiedere un radicamento territoriale continuativo e ulteriore rispetto alla sola residenza ma a patto che sia contenuto entro limiti non arbitrari e irragionevoli”.

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