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Bankitalia, continua attacco del M5S: non temiamo poteri forti

Le accuse pentastellate su una presunta inefficienza nell’operato della Banca D’Italia non si placano. D’altra parte, è proprio sulla base di queste accuse che il Movimento vuole intervenire per portare discontinuità. Sul blog delle Stelle, in un post dal titolo “Un nuovo corso per Bankitalia. Il cambiamento è tutelare i risparmiatori”, il M5S afferma che “cambiare i vertici, azzerarli se necessario, serve anche a mandare un messaggio ai risparmiatori traditi: lo Stato torna ad essere garante del risparmio, sciogliendo i legami incestuosi tra politica e finanza”. Ma già lo scorso agosto, nel caso specifico di Banca Etruria, i giudici avevano confermato che Bankitalia aveva operato nei tempi e nelle modalità previste.

“Quello che vogliamo, come Governo del Cambiamento, è solo di esprimerci sui nomi dei vertici di Banca d’Italia e Consob. Ci è consentito dalla legge e lo faremo senza paura di toccare qualche potere forte”, scrive il M5S. “Un nuovo corso per Bankitalia”, prosegue. Dopo Consob, spiega M5S, ora “è il turno di Banca d’Italia”, sottolinea definendo la vigilanza degli ultimi anni “la più fallimentare della nostra storia”, sempre sulla base di ipotesi tutte pentastellate. “Una cosa è certa – prosegue – chi ha partecipato alla vigilanza degli ultimi anni non può rimanere al suo posto come se nulla fosse successo (niente)”.

Il blog ricorda, poi, di aver “stanziato un fondo da 1,5 miliardi di euro per risarcire azionisti e obbligazionisti colpiti dal sistema finanziario”. Banca d’Italia e Consob, spiega il Movimento, “sono due istituzioni troppo importanti per essere lasciate nelle mani sbagliate” – teoria sempre del Movimento – “Chi non vuole il cambiamento si rifugia dietro la loro ‘indipendenza’, che nessuno vuole toccare. L’importante è che l’indipendenza non diventi mancanza di responsabilità davanti ai gravi errori commessi”. “Tutti sanno – sostiene il blog – che negli ultimi anni la vigilanza sul nostro sistema bancario e finanziario è stata inadeguata, per non dire disastrosa. Non sono stati valutati correttamente i rischi patrimoniali della gestione spesso scellerata del credito da parte di manager incapaci o politicizzati, e sono state permesse vendite fraudolente ai clienti ‘retail’, cioè quelli tendenzialmente meno preparati a valutare il rischio dei loro investimenti. È successo in particolare con le obbligazioni subordinate, vendute e remunerate alla clientela come fossero prive di rischio ma in realtà molto rischiose, soprattutto dopo il recepimento nazionale della direttiva europea sul ‘bail-in’ che includeva queste obbligazioni nel perimetro di quelle aggredibili in caso di crisi bancaria. Questi errori, o più probabilmente si è trattato di collusioni tra vigilanti e vigilati, sono costate tantissimo a centinaia di migliaia di piccoli risparmiatori, compresi clienti a cui venivano vendute azioni della banca in cambio del finanziamento richiesto”.

E sebbene l’intervento del leader della Lega Matteo Salvini sul tema sia rimasto pacato, lo è stato meno quello del presidente della commissione bilancio alla Camera Claudio Borghi: “Non sono d’accordo – afferma – Penso che la discontinuità ci debba essere. Perché un conto è l’indipendenza, un conto è l’irresponsabilità. Se tutti siamo d’accordo che la Banca d’Italia ha vigilato male, ci deve pur essere un modo per i cittadini o per i loro rappresentanti di mostrare la loro insoddisfazione”, conclude in un’intervista su Rai Radio1.

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