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Oltre il terremoto, a caccia di tartufi e business

A caccia di tartufi e di business. C’è una società che affonda le sue radici nel secolo scorso e che, nonostante il terremoto che ha colpito il centro Italia due anni fa, ha deciso di alzare la testa e puntare con determinazione sui mercati internazionali. Urbani Tartufi, con un fatturato di oltre 60 milioni di euro di cui l’80% grazie all’export, non si è voluta arrendere alla sentenza del sisma, che ha messo in ginocchio molte aziende umbre e marchigiane, e ha lanciato un programma proprio per la coltivazione sostenibile del tartufo di cui è leader con una quota del 67 per cento del mercato globale.

Tutto nasce a Scheggino, un borgo di 500 anime della Valnerina, cuore verde dell’Umbria. Qui c’è la casa madre del cibo per gourmet, una holding con 300 dipendenti, uno stabilimento in provincia di Terni, uno ad Alba in Piemonte e due grandi centri di distribuzione, a Milano e a Roma. Un business a conduzione familiare iniziato nel 1852 con l’esportazione dei tartufi freschi verso la Francia, a Carpentas, in Provenza, creando un commercio che si è andato via via consolidando e si è diffuso in Germania, in Svizzera e in numerose regioni italiane. Urbani Tartufi ha piantato nel corso del tempo le sue bandierine in 76 paesi nel mondo. Adesso arriva il progetto ecosostenibile Truffleland, con cui si mette a disposizione di aspiranti tartuficoltori e agricoltori un sistema di business ‘chiavi in mano’ grazie a una nuova tecnica che punta molto sul tartufo eco sostenibile.

Chiunque abbia un terreno adatto alla tartuficoltura spiega a Fortune Italia la manager del gruppo, Olga Urbani – troverà in Truffleland un innovativo modello imprenditoriale, appassionante e redditizio. Basta visitare Truffleland e scegliere tra una vasta selezione di piante adatte alla tartuficoltura da poter far crescere nel proprio campo. In 5-8 anni, le piantine diventeranno alberi adatti ad ospitare tra le loro radici il prezioso tartufo rendendo al proprietario fino a 100 volte in più rispetto alle coltivazioni tradizionali”.

Le stime di Urbani Tartufi indicano un guadagno annuale fino ai 30 mila euro netti per ettaro, per una durata di 20/25 anni, con costi gestionali inferiori a quelli di un campo di grano. Questi guadagni saranno possibili grazie alla disponibilità di Urbani ad acquistare il raccolto al prezzo corrente di mercato. Un progetto in cui Urbani Tartufi accompagna gli agricoltori dalla semina della pianta alla vendita del prodotto con i tecnici che hanno il compito di verificare l’idoneità del terreno, realizzarne l’impianto e seguirne la crescita e un supporto viene assicurato anche negli anni successivi, fino alla raccolta dei preziosi tartufi. “Una grande opportunità – prosegue Olga Urbani – che potrà essere un vero e proprio lavoro altamente remunerativo per fermare l’esodo dei giovani dall’Italia”.

Un business che non si ferma ai confini nazionali. Con il marchio estero Urbani Truffles, la società di Scheggino ha aperto negli anni 6 sedi in America, a cominciare da New York che è stata scelta anche come sede dell’Accademia del tartufo. Qui ogni anno a giugno, l’azienda umbra per promuovere su larga scala il suo prodotto partecipa al Fancy food show, tra le più importanti fiere mondiali del settore alimentare. L’obiettivo è far diventare “democratico”, ovvero per tutti il tartufo, oggi un pregiato status symbol come il caviale e lo champagne, allargando il mercato e creando le condizioni affinché da cibo costoso e esclusivo, possa diventare abbordabile anche per i giovani e i meno ricchi.

Così oltre al canale dei ristoranti stellati che sono i principali acquirenti, secondo la strategia aziendale il tartufo viene declinato in versione più moderna e fast con ricette inventate e testate in cucina da chef di qualità e coniugato con 600 prodotti, che siano paste, salse, formaggi, burrata, mozzarella, gelato, cioccolatino e inserito in 3500 varianti con etichette di altre industrie. “Puntiamo a conquistare nuovi mercati – conclude la manager del gruppo Urbani – come Cina e India, certamente più complicati ma dove il made in italy agroalimentare è molto apprezzato”. Tutto questo mentre in Thailandia, a Bangkok, brilla la creazione di un Urbani Truffle Bar & Restaurant all’ultimo piano del Sathorn, il palazzo più alto di tutti, talmente alto che sembra avvicinare i giovani Urbani a coloro che crearono la strada maestra del tartufo 167 anni fa.

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