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Le richieste delle pmi nei decreti sblocca-cantieri e crescita

Un impegno da parte del governo ad includere alcune delle proposte a favore dalle pmi, firmate da Valore Impresa, nei decreti crescita e sblocca-cantieri. L’appello delle piccole e medie imprese non è caduto nel vuoto oggi durante gli Stati Generali delle pmi, alla Camera dei deputati.

Si tratta di “proposte molto valide e puntuali. Abbiamo preso nota”, afferma il sottosegretario all’economia Massimo Garavaglia, che aggiunge: “una penso venga già recepita nel decreto crescita ed è l’incentivo sull’aggregazione d’impresa. Tutto quello che arriva di buono compatibilmente con tempi e risorse si fà”.

Mentre la Senatrice Anna Cinzia Bonfrisco, presidente della Commissione di vigilanza sulla Cdp, ha invitato Valore Impresa a portare in Senato le richieste: “per la parte del Senato, che si impegnerà nella prima lettura dello sblocca cantieri, io prendo un impegno con Valore impresa. Che venga con una sua delegazione a discutere e condividere con la relatrice, la Senatrice Faggi, tutte le proposte che già ci arrivano. Le vostre, con la vostra sigla, siano le proposte che vengono poi recepite dentro quel testo di legge”. “Dobbiamo fare in modo che l’imprenditore onesto in questo Paese non sia un eroe”, commenta il presidente della VI commissione finanze Carla Ruocco.

Sono cinque i temi al centro del dibattito: la revisione delle banche dati; la revisione della funzionalità dei sistemi di garanzia, “unica speranza per le imprese oggi hanno di essere supportate con il credito”, afferma il presidente della fondazione centro studi Valore Impresa Gianni Cicero. Il terzo aspetto riguarda la disintermediazione del credito. “In Italia solo il 6% dei capitali vengono disintermediati dalle banche, ma la banca non può essere più l’unico soggetto di riferimento – afferma Cicero – Nel mondo il 60% dei plafond finanziari non sono in capo alle banche, ma sono in piattaforme finanziarie che noi vorremmo consolidare anche in Italia. I primi passi sono stati fatti, ma bisogna avere una norma che incentivi questo tipo di approccio”.

La quarta proposta concerne la necessità di creare un fondo per lo sviluppo delle piccole e medie imprese, “un fondo che non sia la banca ma un’entità che sia di supporto all’attività di sviluppo, sostenere i project di micro-piccole, magari aggregate, in mercati complessi dove singolarmente non ci starebbero, sia nazionali che internazionali – sottolinea Cicero – Dopo aver fatto fondi salva-Stato, salva-banche, salva-grandi aziende, forse le piccole imprese che ricordo – rappresentano il 98% del tessuto economico nazionale – avrebbero bisogno di un supporto del genere”.

Infine, Valore Impresa richiama l’attenzione “sulla gravita di quanto introdotto con la legge 155 dal governo passato. Ora questo governo deve necessariamente attivare i decreti attuativi. Questa è una legge molto castrante per le imprese e sarà per noi il colpo fatale per l’economia nazionale”. Per Cicero è necessario intervenire perché lasciare la discrezionalità a equitalia, inps, ispettorato del lavoro e banche di stabilire se un’impresa deve fallire o meno, credo che sia una iattura che va a compromettere ancora di più la crescita dello sviluppo delle nostre imprese”. Inoltre, se a questo “aggiungiamo la logica degli Npl – aziende in crisi patrimonializzate, che perdono il possesso di beni immobiliari, per poi vedere le banche che recuperano i cosiddetti crediti deteriorati, per poi cedere il credito a gruppi di investimento internazionali a percentuali bassissime, questo crediamo che sia una vergognosa speculazione, quindi in una delle nostre proposte chiediamo la ri-immissione nella trattativa di acquisto al valore nominale anche del debito originario. Ci serve sostegno vero al recupero della patrimonializzazione”, conclude.

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