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Def, rinviato vertice di governo. Di Maio: io garante flat tax

È saltato il vertice mirato a sciogliere gli ultimi nodi sul Def. Doveva tenersi nel pomeriggio a Palazzo Chigi ma il protrarsi della riunione sui rimborsi bancari ha costretto a rischedulare un appuntamento per il quale, oramai, rimane veramente poco tempo. Non slitta, infatti – almeno per il momento – la convocazione del Consiglio dei ministri per l’approvazione del Documento di economia e finanza, prevista per domani alle 16.30. La riunione politica tra il premier Giuseppe Conte, il ministro dell’Economia Giovanni Tria, il ministro Riccardo Fraccaro e il sottosegretario Laura Castelli per il M5S, e per la Lega i sottosegretari Massimo Garavaglia e Massimo Bitonci potrebbe essere fissata nel primo pomeriggio di domani, proprio prima del Cdm.

“Stiamo definendo gli ultimi dettagli delle misure del Def che approveremo domani in Consiglio dei Ministri”, scriveva su Facebook il premier Giuseppe Conte questa mattina. Tra i temi caldi nel piatto delle trattative c’è al primo posto la flat-tax. Gli iniziali venti contrari a Cinquestelle sembrerebbero essersi placati, e il vicepremier Luigi Di Maio ha deciso di autoproclamarsi ‘garante’ della proposta. “Sarò io il garante che la flat tax – afferma – si deve fare e entrerà nel Def”. Parole che il corrispettivo della Lega, Matteo Salvini, ha commentato affermando “a me interessa la sostanza: l’impegno con gli italiani di ridurre le tasse. Lo abbiamo fatto – ha sottolineato Salvini parlando della riduzione delle tasse – per le imprese, dobbiamo entrare nelle case delle famiglie”. Di Maio non ha dubbi: la flat tax “deve aiutare il ceto medio, non i ricchi – afferma – È questo l’obiettivo che ci poniamo perché l’abbassamento delle tasse non è un tema di destra o di sinistra, è un tema sacrosanto su cui si fonda l’esistenza di questo governo”.

Nel frattempo tra le opposizioni viaggiano pareri contrastanti sul tema. La leader di Fratelli d’Italia, Giorgia Meloni è scettica: “ho sentito qui al Vinitaly Salvini annunciare che nel Def ci sarà la flat tax – afferma – Speriamo che abbia parlato ‘in vino veritas’ perché due settimane fa la maggioranza ha bocciato la mozione di Fdi per introdurre la flat tax e dire no allo split payment e alla fatturazione elettronica, che impatta in particolare sulle piccole imprese”.

Da Forza Italia il messaggio è chiaro: i soldi che servivano per attuare la flat tax così come previsto dal programma di governo del centrodestra, “non ci sono più”, afferma il deputato Maurizio Carrara, responsabile Industria di Forza Italia. Per il presidente dei senatori Anna Maria Bernini “la Lega ha scelto di inserire la flat tax in un contratto che ha privilegiato reddito di cittadinanza e quota 100 squilibrando i conti dello Stato e rendendo così inattuabile la riforma fiscale”. “Di Maio – prosegue – ha detto sì alla flat tax, ma solo se progressiva e se non aiuta i ricchi, rinnegando così il contratto di governo che parla di due aliquote fisse al 15% e al 20% per persone fisiche, partite Iva, imprese e famiglie, prevedendo per le famiglie una deduzione fissa di tremila euro sulla base del reddito familiare e una no tax area per non arrecare danni alle classi a basso reddito”.

Non ha dubbi Renato Brunetta, deputato e responsabile economico di Forza Italia: “il fallimento della politica economica del Governo giallo-verde verrà messa per iscritto” con il Def. Una ammissione che mette sì i due vice-premier nella condizione di dover spiegare ai loro elettori il perché la politica economica del reddito di cittadinanza e della quota 100, da loro sostenuta, ha completamente fallito ma che, perlomeno, pone al riparo l’Italia dall’apertura di una procedura d’infrazione da parte di Bruxelles e da un altro aumento dello spread. Anche il decreto Crescita non produrrà effetti strabilianti sull’economia, dal momento che il suo contributo sul Pil sarà pari a solo lo 0,2-0,3%, portando la crescita programmatica per il 2019 al massimo allo 0,4%, che rimane comunque una stima ancora ottimistica”, conclude.

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