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Nissan: crolla l’utile. Via 12.500 posti di lavoro

Dopo le recenti dichiarazioni sui tagli di Unicredit e Deutsche Bank che hanno scatenato l’ira dei sindacati, arriva l’annuncio di una sforbiciata orizzontale anche per Nissan. Dal settore bancario all’automobilistico la musica non cambia e suona decisamente male alle orecchie dei dipendenti. Per far fronte alle difficoltà finanziarie e al repentino calo delle vendite, in relazione allo scandalo che ha coinvolto l’ex presidente Carlos Ghosn, la casa giapponese ha deciso il taglio di 12.500 posti di lavoro da qui al 2023 e la riduzione della capacità produttiva globale del 10%.

L’annuncio arriva in coincidenza della pubblicazione dei risultati societari, che nei tre mesi da aprile a giugno vedono una flessione dell’utile operativo del 98,5% a 1.61 miliardi di yen. Per l’intero anno fiscale 2019 l’azienda con sede a Yokohama ha mantenuto le previsioni invariate di un utile netto a 170 miliardi di yen.

L’ex presidente del gruppo Nissan-Renault-Mitsubishi Motors, Carlos Ghosn, è stato arrestato lo scorso novembre e successivamente rilasciato su cauzione, e dovrà rispondere di illeciti finanziari e abuso di fiducia aggravata. Nel frattempo la casa auto nipponica sta tentando di ridefinire l’alleanza con la partner francese Renault, nel tentativo di riequilibrare le partecipazioni azionarie e la gerarchia di controllo del gruppo, giudicate inadeguate.

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