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Ue, calano produzione e pil. Recessione tedesca sempre più vicina

Un’estate velata da nubi grigie quella della produzione industriale in Ue: luglio registra un calo congiunturale pari a -0,4% nell’eurozona e a -0,1% nell’Ue-28. Un ulteriore gradino in discesa dopo che giugno aveva segnato un -1,4% sia nella zona euro che nell’Ue-28 in generale. Se poi si guardano i dati anno su anno, rispetto a luglio 2018 c’è stata una diminuzione di -2% nell’eurozona e di 1,2% nell’Ue-28. La situazione si riflette anche in un quadro complessivo di crescita economica negativo: la crescita del Pil reale nella zona del G20 è scesa allo 0,7% nel secondo trimestre 2019, dopo una crescita del 0,8% registrata nel trimestre precedente. Questo il panorama plumbeo delineato rispettivamente dai dati Eurostat, in merito alla produzione, e dalle stime provvisorie Ocse sul Pil.

Guardando i dati della produzione industriale di luglio Paese per Paese, l’Italia rimane nella media con un -0,7% , mentre i cali più forti si registrano in Romania (-3,3%), Estonia (-2,9%) e Lettonia (-2,1%). I rialzi più forti si registrano in Croazia (+4,9%), Portogallo (+3,6%) e Danimarca (+3,5%).

Non rientra nella classifica dei peggiori la Germania per la quale, tuttavia, il rischio recessione si fa di giorno in giorno più palpabile. L’istituto economico Ifo, infatti, ha abbassato le previsioni di crescita per quest’anno e per l’anno prossimo: invece della prevista crescita dello 0,6% si attende una crescita dello 0,5% per il 2019. “Una recessione minaccia l’economia tedesca. La debolezza dell’industria si allarga a macchia d’olio ad altri settori economici, come la logistica” ha detto il responsabile del settore economico dell’Ifo Timo Wollmershaeuser. “La prospettiva è associata all’alto grado di imprevedibilità”, aggiunge l’economista “al momento presumiamo che non si verifichi una hard Brexit e che non ci sia un’escalation della guerra commerciale con gli Usa”.

Dopo una contrazione dell’economia tedesca nel secondo trimestre del 0,1%, adesso l’Ifo conta su una diminuzione sempre dello 0,1% anche nel terzo trimestre. “Si tratterebbe in questo caso di una recessione tecnica“, afferma Wollmershaeuser. Per il prossimo anno la prospettiva è nera: invece della crescita finora attesa del 1,7% si arriverà ad una crescita dell’1,2%.

In generale, guardando i dati Ocse, si osserva una notevole contrazione del pil non solo in Germania (0,1% nel secondo trimestre, dopo un aumento dello 0,4% nel trimestre precedente), ma anche nel Regno Unito (0,2% nel secondo trimestre, dopo un aumento dello 0,5% nel trimestre precedente). Frenata anche in Turchia (1,2% contro 1,6%), India (1% contro 1,3%), Usa (0,5% contro 0,8%), Giappone (0,3% contro 0,5%), Italia (0% contro 0,1%) e nell’Unione europea (0,2% contro 0,5%). La crescita del Pil, prosegue l’Ocse, è invece rimasta stabile in Australia, Francia e Russia ( rispettivamente a 0,5%, 0,3% e 0,2%).

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