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L’idrogeno coprirà un quarto della domanda energetica italiana

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L’idrogeno avrà un ruolo chiave nel raggiungere l’obiettivo del 95% di decarbonizzazione nel 2050, necessario per non superare la soglia del grado e mezzo di innalzamento delle temperature. Generato dall’elettrolisi e dalle energie rinnovabili, potrà essere stoccato come un combustibile, usato per mobilità, industria e abitazioni. Secondo lo studio Snam-McKinsey presentato all’evento ‘The hydrogen challenge’ di Snam, l’idrogeno potrebbe coprire quasi un quarto di tutta la domanda energetica in Italia entro il 2050.

Per questo, ha detto l’Ad Marco Alverà, raddoppia la sfida di Snam sull’idrogeno. Dopo l’avvio ad aprile della sperimentazione di una miscela di idrogeno al 5% e gas naturale nella rete di trasmissione servendo due aziende della zona di Contursi Terme (Salerno), “entro fine anno introdurremo nella rete di trasmissione del gas naturale un mix di idrogeno al 10%” sempre in Campania. “Sono proprio le regioni del Sud Italia, dalla Campania alla Puglia alla Sicilia, ricche di energia rinnovabile, quelle che potrebbero favorire l’affermazione dell’idrogeno come nuovo vettore di energia pulita nonché nuove opportunità di sviluppo e occupazione”, ha spiegato Alverà.

Il presidente di Snam, Luca Dal Fabbro, durante levento Snam The Hydrogen Challenge 2019 Global ESG Conference presso la Lanterna di Fuksas a Roma, 10 ottobre 2019. ANSA/CLAUDIO PERI

Per capire la portata del dato McKinsey, basta un confronto: l’energia elettrica sia da fonti rinnovabili che fossili, attualmente, ricopre una quota del 20% sulla domanda energetica. L’idrogeno arriverebbe al 23%, nel 2050 e sempre nel quadro della decarbonizzazione al 95%. Nel rapporto anche i settori in cui l’idrogeno sarà meglio utilizzato. Prima di tutto il trasporto a lunga distanza: nel 2030 avrà lo stesso costo del diesel. Poi, parlando delle abitazioni, la miscela con il metano nella rete di distribuzione: il mix potrebbe superare anche l’obiettivo di Alverà, arrivando al 20% di idrogeno. E ancora, la diffusione delle rinnovabili: l’idrogeno sarà un supporto. Aumenterà la possibilità di stoccarne l’energia soprattutto nei lunghi periodi, e di trasportarla sotto forma di combustibile.

Snam, nel corso della giornata dedicata all’idrogeno, ha anche firmato due accordi sui temi dell’energia sostenibile e dell’innovazione. Il primo è un memorandum of understanding con l’Autorità per l’Innovazione di Israele mirato a favorire la collaborazione tra Snam e aziende israeliane, in particolare start-up, nelle tecnologie innovative al servizio della green economy. Il secondo è un accordo quadro Snam-Cnr finalizzato a progettualità e analisi comuni per lo sviluppo dell’idrogeno e in generale dei gas rinnovabili e della modalità sostenibile. La collaborazione, in particolare, prevede l’avvio di un tavolo di lavoro congiunto per valutare studi di compatibilità di quantità crescenti di idrogeno nelle infrastrutture gas e nella mobilità, analisi di processi di cattura, trasporto e stoccaggio dell’anidride carbonica, studi di nuove tecnologie nel settore del biometano e in generale del low-carbon gas.

“L’idrogeno è un ottimo amico, che ci consentirà di trovare soluzioni alle principali sfide poste dai cambiamenti climatici”, ha detto il direttore dell’Agenzia internazionale dell’energia Fatih Birol, tra gli invitati a ‘The Hydrogen Challenge’ insieme al Premier Giuseppe Conte, al ministro Stefano Patuanelli, al presidente Arera Stefano Basseghini e il Dg di Irena, Francesco La Camera. “I governi – ha sottolineato Birol – devono considerare seriamente l’idrogeno e la presenza del premier mostra il grosso sostegno del governo italiano all’idrogeno, ma occorre ridurne il costo: c’è quindi un ruolo critico dei governi, che devono operare perché si eliminino gli ostacoli”.

“L’idrogeno è una delle soluzioni energetiche del futuro: un kg di idrogeno riscalda una famiglia per due giorni, fa camminare una macchina per 130 km, produce 9 tonnellate di acciaio. È quindi un bene prezioso”, ha detto il presidente di Snam, Luca Dal Fabbro. “Snam e le grandi società italiane, europee e del mondo – ha aggiunto – hanno la grande responsabilità di non inquinare ma anche e soprattutto permettere il dialogo, perché è dal dialogo che si possono definire dei piani globali”. Del Fabbro ha introdotto anche l’altro grande tema dell’evento, ovvero l’importanza dei fattori Esg (ambiente, sociale, governance) nella “gestione delle aziende. In Italia vogliamo essere protagonisti di questo percorso nel quale Europa e Italia possono essere leader globali. Abbiamo ad esempio investito 850 mln di euro in Snamtech che si rivolge a biometano idrogeno e digitale – le reti neurali ad esempio, che aiutano nell’imprevedibilità delle energie rinnovabili, che sono difficilmente stoccabili con tecnologie come le batterie. Inoltre è partito nel 2016 il nostro impegno per la riduzioni delle emissioni”. E ancora il progetto Snam plastic less,finalizata a ridurre del 100% l’utilizzo della plastica negli imballaggi industriali ed eliminare dal 2020 la plastica monouso dai distributori dell’azienda. “Lo facciamo perché ci crediamo, e ce lo chiedono clienti, fornitori, investitori”.

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Luca Del Fabbro parla durante l’evento Snam nella Lanterna di Fuksas a via del Corso, a Roma, 10 ottobre 2019

 

Il presidente del Parlamento europeo David Sassoli, nel suo videomessaggio per l’evento, ha proposto come aveva fatto Conte il tema del multilateralismo e dell’unione d’intenti europea: il continente “può guidare la transizione energetica del pianeta e per farlo serve un approccio pragmatico e non ideologico”. Al tempo stesso “bisogna tutelare cittadini combattendo la povertà energetica. Ancora 50 mln europei non possono pagare le bollette: la transizione non può pesare sui consumatori”. Sempre sull’Europa, Patuanelli (che come Conte non ha parlato del Dl Clima) ha affermato che il Pniec verrà aggiornato e ripresentato all’Ue proprio dopo le osservazioni di Bruxelles: “entro la fine del 2019 la versione finale del piano sarà trasmessa e sarà trasmesso anche il piano di lungo termine per la netrualità climatica”.

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