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ArcelorMittal: Morselli garantisce la produzione, in attesa dell’accordo

Lucia Morselli ArcelorMittal Ilva

Di Francesca Brunati e Igor Greganti – È stato messo un punto fermo in Tribunale a Milano nella causa civile tra ArcelorMittal e l’ex Ilva. Il gruppo franco indiano, tramite il suo amministratore delegato Lucia Morselli, ha garantito, infatti, “il normale funzionamento degli impianti e la continuità produttiva”, un impegno fondamentale per raggiungere un accordo sul contratto di affitto e acquisizione degli stabilimenti che la multinazionale vorrebbe sciogliere con un atto che i commissari ritengono “illegittimo”.

È durata circa un’ora ed è stata rinviata al prossimo 20 dicembre, per consentire alla “trattativa” di “svolgersi sulla base delle intese e degli impegni assunti”, l’udienza con al centro il ricorso cautelare e d’urgenza presentato dai commissari dell’ex Ilva contro il recesso dal contratto comunicato da ArcelorMittal lo scorso 4 novembre. A deciderlo è stato il giudice Claudio Marangoni, presidente di una delle due sezioni specializzate in materia di impresa e titolare del procedimento nel quale, oltre ai due contendenti, sono intervenuti la Procura di Milano – con l’aggiunto Maurizio Romanelli e i pm Mauro Clerici e Stefano Civardi – la Regione Puglia, il Comune di Taranto e pure il Codacons. Nell’aula della prima civile (spesso usata per le cerimonie in cui i magistrati promossi con un avanzamento di carriera prendono possesso delle nuove funzioni) tra una schiera di avvocati e i pm c’erano anche i tre commissari e Lucia Morselli.

L’ad, arrivata con una decina di minuti di ritardo e con occhiali scuri e cappello calcato sul viso per evitare di essere riconosciuta da cronisti, cameraman e fotografi, da quanto è stato riferito, ha preso la parola per garantire un’inversione di rotta: nessuna procedura per portare al progressivo spegnimento degli altiforni, ma anzi una ripresa del riassortimento dei magazzini con una produzione fino ad un certo numero di kiloton (Kt) per le prossime quattro settimane e, in particolare, 10 per la prima settimana e aumentando progressivamente fino a 12. In sostanza, come ha detto l’ad in aula, l’azienda, dopo aver già ottemperato, pur non essendo obbligata, all’invito del Tribunale dei giorni scorsi a non bloccare la produzione “in pendenza” del procedimento civile, ossia a non assumere “iniziative irreversibili” per il funzionamento degli stabilimenti, andrà avanti con la produzione quanto meno fino al 20 dicembre, giorno in cui, sempre in aula, si farà il punto sulle trattative per l’accordo.

Inoltre, l’ad di ArcelorMittal ha formalizzato la propria “accettazione” alla disponibilità manifestata col premier Giuseppe Conte, nell’incontro di venerdì scorso, ad instaurare un dialogo. Ora Mittal, rappresentata in aula, tra gli altri, dai legali Romano Vaccarella e Ferdinando Emanuele, avrà tempo fino al 16 dicembre per depositare, nell’eventualità di un naufragio delle intese, una propria memoria nel procedimento sul ricorso cautelare presentato dai commissari. Se, invece, il 20 dicembre sarà stato raggiunto un accordo sul contratto (che ovviamente non sarà più quello originario, ma avrà una serie di modifiche), la causa si chiuderà con un ‘non luogo a procedere’, dopo il ritiro del ricorso da parte dei commissari, assistiti tra gli altri dagli avvocati Giorgio De Nova ed Enrico Castellani, e dell’atto di citazione di Mittal. Intanto, la Procura, che nella causa civile attende il negoziato in corso, andrà anche avanti con le sue indagini.

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