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Tim, Bassanini (Open Fiber) contro la rete unica. E chiama Cdp

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Di Sara Bonifazio – La rete unica divide ancora e Franco Bassanini, presidente di Open Fiber, ribadisce con forza la sua opposizione al progetto di Tim di fusione degli asset con il supporto finanziario di un fondo infrastrutturale. E punta i riflettori su Cdp e la porta al centro della scena: “Al momento attuale c’è un soggetto pronto a porsi come anchor investor e player di questa infrastruttura unica che è Cassa depositati e prestiti. C’è però un incumbent – sferza Bassanini, in occasione della conferenza ‘5g Italy’ – che ritiene ancora di poter sostanzialmente tornare alla posizione di monopolio che aveva in passato e quindi di poter governare secondo i tempi derivanti dai suoi interessi aziendali la transizione dal rame alla fibra”.

A pochi isolati però, alla Camera, è in corso un’audizione e Massimiliano Capitanio (Lega) punta il dito sul ritardo nel mantenere le promesse. “Il quadro delineato da Infratel e Open Fiber questa mattina in audizione è allarmante: rischiamo di sprofondare nel digital divide, complice un Governo che non ha ancora affidato le deleghe alle Tlc e che convocherà il Cobul (Comitato banda ultra-larga, ndr) a pochi giorni dal Natale. In Commissione abbiamo l’opportunità di sostenere un modello di rete integrata da realizzare oggi, subito, senza rincorrere le chimere del wholesale only” ha dichiarato, riferiscono i presenti, Capitanio.

“Siamo al 2-3% della copertura in fiber to the home, questo blocca lo sviluppo della digitalizzazione del Paese. Di questa problematica penso ne parleremo all’interno del Cobul, la cui prima riunione sarà il 19 dicembre” ha detto anche la ministra dell’Innovazione, Paola Pisano, a margine della conferenza ‘5g Italy’. Sulla copertura, la ministra è consapevole, “bisogna spingere”.

“L’idea che attraverso un merger tra Open Fiber e Telecom Italia, sotto il controllo di Telecom Italia, ci sia una rete unica, verticalmente integrata, non è più nel perimetro delle possibilità che le autorità di regolazione possono accettare” insiste Bassanini, secondo cui oggi le alternative sono “una rete unica non verticalmente integrata oppure la competizione infrastrutturale che nel tempo potrebbe rilevarsi non sostenibile e all’avanguardia”.

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