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Il politico che può guidare l’Agcom

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L’ex sottosegretario Antonello Giacomelli, uomo del Pd, è considerato il candidato più accreditato alla successione di Cardani all’Agcom. Estimatori trasversali, non è un tecnico.

I suoi predecessori hanno tutti avuto curricula importanti. Magistrati amministrativi, della magistratura ordinaria e professori di materie economiche, con incarichi alla Commissione europea. Lui, Antonello Giacomelli, da più parti indicato come il probabile successore di Marcello Cardani alla presidenza dell’Agcom, nelle sue credenziali può elencare cinque elezioni alla Camera dei deputati e una doppia esperienza come sottosegretario alle Comunicazioni nei governi Renzi e Gentiloni. Un curriculum diverso, tutto politico. La sua vicenda professionale si risolve in un lavoro da direttore di una Tv locale del gruppo Cecchi Gori, Canale 10 e Videomusic, prima di essere fulminato dalla passione politica: vicesindaco di Prato, sua città di nascita, è arrivato in Parlamento nel 2004 grazie a elezioni suppletive in sostituzione di Lapo Pistelli, deputato dell’Ulivo migrato al Parlamento europeo. Da allora, Giacomelli è sempre stato riconfermato in altre quattro elezioni. Nato nella Margherita, il partito costruito da Francesco Rutelli, Giacomelli ha seguito le evoluzioni dei democratici, ma avendo sempre come riferimento Dario Franceschini, di cui ha guidato la segreteria politica. Oggi, ha aderito alla corrente di Base riformista di Lorenzo Guerini e Luca Lotti. Insomma, più centro che sinistra.

E da uomo di centro dialoga con tutti raccogliendo simpatia e appoggi politici: la designazione voluta dal Pd non è sgradita all’opposizione, da cui ha sempre ricevuto riconoscimenti. La sua porta al ministero è sempre stata aperta. In poco più di un anno, dall’ottobre del 2016 al dicembre del 2017 fa oltre 300 incontri con operatori e stakeholder di settore: riceve 33 volte rappresentanti della Rai, 30 quelli di poste, 21 volte gli uomini di Mediaset, 15 quelli di Open Fiber, 8 Vodafone e Cir e via calando gli altri protagonisti del sistema. Appena nominato, nel 2014, declina il suo sogno: “Una grande alleanza tra operatori della telefonia e delle tv per affrontare le sfide future. Perché ciascuno di questi attori non regge più la concorrenza se non allarga le proprie competenze”, dice in una intervista al Fatto quotidiano il 6 agosto del 2014. Un sogno rimasto in gran parte irrealizzato, certamente non per colpa sua: le reti si sono moltiplicate anche se gli operatori puntano a una semplificazione. L’unione fra tv e telefonia l’ha tentata il finanziere francese Vincente Bollorè ma è stata stoppata proprio dall’Agcom, a guida Cardani, perché contro la legge. Si vedrà, se arriverà ai vertici dell’Autorità, se quel sogno brucia ancora sotto la brace o è stato superato dai fatti.

 

La versione completa di questo articolo è disponibile sul numero di Fortune Italia di dicembre.

 

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