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Shipping, Grimaldi: ambiente e digitale possono cambiare l’economia

Emanuele Grimaldi, amministratore delegato del gruppo Grimaldi, parla delle prospettive per il 2020, partendo dallo shipping ma allargando la sua analisi al commercio internazionale, alla Brexit, alla cybersecurity. Di Morena Pivetti.

L’orizzonte è ingombro di nubi, gonfiate e sospinte dalla stagnazione del commercio mondiale, dai tassi negativi, dalle spinte neo-protezioniste e sovraniste, dalle incertezze e dalla volatilità che caratterizzano questo inizio degli anni ’20 del terzo millennio. Per non dire dei cambiamenti climatici e dell’allarme per il futuro del pianeta. Nuvole foriere di tuoni e fulmini, la navigazione non godrà di venti favorevoli. Emanuele Grimaldi, Ad del Gruppo Grimaldi, colosso dello shipping mondiale con sede a Napoli, forte di un fatturato 2018 che ha superato i 3 mld di euro (+6% sul 2017), le vede distintamente, queste nuvole, e le elenca, una ad una.

Eppure, aggiunge che il suo gruppo e lui continuano “a guardare con grande serenità al 2020” e dice: “Mi aspetto un anno non peggiore del 2019”. “Nel mondo la recessione si vede, basta dire che si vendono meno auto. Chi in questi anni ha fatto i compiti a casa, e per anni intendo l’ultimo decennio, può sfruttare le opportunità che pure in questa congiuntura si aprono – continua – chi è impreparato, chi non ha visto arrivare il cambio di fase, si farà male”.

Non c’è più posto per chi ha dormito e continua a dormire “perché non si possono improvvisare i risultati prodotti dall’innovazione e dalla ricerca. Per esempio i risparmi generati dall’efficienza energetica, oggi tre volte più importante della produttività del lavoro, perché per il carburante noi dello shipping spendiamo tre volte di più che per i dipendenti. Chi ha scelto generose politiche di dividendo e non ha reinvestito in azienda, non può recuperare ora – insiste, deciso, Grimaldi – Noi viviamo dell’eredità di come abbiamo fatto impresa nel passato, che ci permette di essere oggi efficienti e competitivi”.

L’analisi dell’Ad di Grimaldi sulle prospettive per il 2020 parte dall’andamento mondiale dello shipping che – anche da vice presidente internazionale degli armatori – conosce come le sue tasche, e a cui fa continui e puntuali riferimenti, e si allarga a comprendere l’orizzonte economico più generale. Dal suo osservatorio privilegiato vede l’evoluzione del commercio mondiale e di settori manifatturieri strategici, come l’automotive (è numero uno al mondo nel trasporto di auto, tra gli altri, di lui si servono Gm, Fca, Ford e Honda).

La versione completa di questo articolo è disponibile sul numero di Fortune Italia di gennaio.

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