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La triste relazione della Corte dei conti sull’informatizzazione della Pa

pubblica amministrazione, corte dei conti

La relazione della Corte dei Conti sull’informatizzazione della Pubblica amministrazione restituisce un quadro grigio: dalla legislazione che ‘mette toppe’ alla carenza delle competenze. Di Alberto Sisto.

Non si sa se il presidente della Corte dei Conti, Angelo Buscema, abbia provato vergogna, da cittadino italiano, a presentare la relazione sullo stato dell’informatizzazione pubblica alle massime cariche dello Stato. Perché a dispetto dei sei miliardi annui investiti non c’è una sola cosa positiva. La governance della macchina pubblica è ancora transitoria a quasi 30 anni dalla nascita del primo soggetto pubblico, l’Aipa. La legislazione sulla materia è invece metastatica con continue riscritture di leggi, codici e norme che cercano di mettere una pezza sui buchi che si aprono nel corso del tempo. Mancano le persone con le conoscenze adeguate a governare la trasformazione digitale. E così, in assenza di un governo unitario, gli acquisti, di hardware e software, si risolvono in un fai da te fuori controllo. In questo magma anche la messa in funzione dei servizi più elementari per i cittadini non riesce a concretizzarsi.

METASTASI LEGISLATIVA

 

Cambiare tutto perché nulla cambi. In Italia il governo dell’informatica pubblica “ha subito nel tempo continue trasformazioni in termini di soggetti coinvolti e relativi assetti istituzionali, competenze e risorse attribuite, modelli organizzativi adottati. Tuttavia, gli sforzi messi in campo, hanno portato, sinora, più ad un ripetuto cambiamento di organizzazione delle varie strutture centrali preposte che ad effetti rilevanti. L’evidenza di dover tornare spesso sul tema, attraverso ripetuti interventi legislativi, dimostra le oggettive difficoltà nel registrare progressi significativi”. È così, malgrado si sia nel terzo decennio della rivoluzione digitale, diffusa nella cosa pubblica “la situazione si configura ancora come ‘straordinaria’, per la presenza di una struttura temporanea, il Team per la trasformazione digitale, guidato da un commissario straordinario per il digitale”.

 

La versione completa di questo articolo è disponibile sul numero di Fortune Italia di gennaio.

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