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Unicredit, lettera ai sindacati: 6000 esuberi e 450 filiali chiuse

unicredit mustier

Quando lo scorso dicembre Unicredit ha annunciato i tagli al personale e la chiusura delle filiali previste nel piano Team 2023, i numeri forniti riguardavano l’Europa intera, non solo l’Italia. Si parlava, per il continente, di 8000 esuberi e di 500 filiali chiuse. Per capire l’impatto italiano di quei numeri, i sindacati fecero subito i conti in base ai costi di integrazione necessari ai tagli, forniti dalla stessa banca. Le loro previsioni (5.500-6.000 dipendenti tagliati e 450 filiali chiuse) si sono appena rivelate esatte.

Unicredit ha formalizzato proprio ai sindacati, con una lettera inviata oggi, la decisione di tagliare 6mila posti di lavoro e chiudere 450 filiali. La missiva dà il via alle procedure di negoziazione, e contiene quindi i dettagli quanto già annunciato alle organizzazioni sindacali lo scorso 3 dicembre, durante la presentazione del piano Team 2023, che ha seguito il Transform 2019. Da qui al 2023, in particolare, la banca ha calcolato una ‘eccedenza di capacità produttiva’ pari a 5.500 full time. L’uscita di altri 500 dipendenti è legata al piano precedente.

Unicredit vuole chiudere “entro e non oltre il primo trimestre 2020” il confronto con i sindacati per arrivare a “soluzioni condivise” sugli esuberi di Team 2023, anche per “attenuare” le possibili ricadute sociali del nuovo piano sui lavoratori, dice la banca nella lettera ai sindacati con cui avvia le procedure per negoziare gli esodi.

Le 6mila uscite preventivate da qui alla fine del 2023, riporta la missiva fornendo altri dettagli, saranno attuate “valutando in via prioritaria” l’accesso al fondo di solidarietà del settore del credito e i prepensionamenti di chi è già prossimo all’età pensionabile, con un anticipo medio di 36 mesi. Saranno poi considerate Quota 100,
Opzione Donna e altri riscatti insieme a “forme di flessibilità” nell’organizzazione del lavoro. In sostanza, si prevedono processi di riqualificazione e riconversione professionale delle risorse, legate ai processi di digitalizzazioni previsti dal piano. Nel 2020, tra l’altro, oltre ai dirigenti, anche i quadri direttivi e
il personale delle Aree professionali dovrà azzerare i residui ferie.

Secondo Unicredit, che nella lettera spiega lo spostamento verso il digitale della propria strategia, i prelievi, i pagamenti, i bonifici, e tutte le operazioni che si facevano tradizionalmente agli sportelli sono diminuite del 55% nella rete Unicredit rispetto a quelle disposte dalle filiali nel 2016. In termini assoluti, ci sono state, spiega Unicredit, 20,3 milioni di operazioni in meno dai 36,8 milioni del 2016, con oltre 300 milioni di transazioni registrate in media solo negli ultimi dodici mesi sui canali “evoluti”, ovvero web e via smartphone. Negli ultimi dodici mesi, i prelievi allo sportello sono calati del 53% con 148 milioni eseguiti invece dagli sportelli automatici. Anche i bonifici si sono ridotti del 43% negli ultimi dodici mesi, con 100 mln in tutto disposti da remoto. È poi “costante” l’aumento di clienti che fanno uso esclusivo di canali digitali, “fenomeno che – argomenta Unicredit
– non può essere assolutamente sottovalutato”.

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