L’emergenza Coronavirus cambia il carrello della spesa e le abitudini di acquisto. La versione completa di questo articolo, a firma di Teresa Trillò, è disponibile sul numero di Fortune Italia di aprile.
Più pasta, più farina, più alimenti da surgelare, più disinfettanti, più quotidiani e settimane enigmistiche. L’emergenza Coronavirus cambia anche il carrello della spesa. Si torna in edicola, si va sempre al supermercato, ma in fila ordinata e a distanza di sicurezza in attesa del proprio turno, si riscopre il piccolo negozio di quartiere e si va nei mercati. La bottega sotto casa e i produttori di frutta e verdura con vendita diretta infondono fiducia: buon cibo e freschezza dei prodotti tranquillizzano gli animi di chi è costretto a stare in casa per evitare la diffusione del virus. “Nelle ultime settimane – dice Mariano Bella, direttore del centro studi di Confcommercio – gli italiani hanno fatto più compere nei negozi di piccole e medie superfici e hanno riempito la borsa della spesa di alimentari confezionati e prodotti chimici per la casa. Non si compra solo l’amuchina ma anche disinfettanti, che hanno messo a segno una crescita tra il 20 e il 100%. Fra gli alimentari confezionati, le persone hanno acquistato pasta, conserve di pomodoro, legumi. Non stiamo parlando solo di un effetto accaparramento ma, secondo noi, dell’inizio di un trend che durerà almeno 12 mesi”. Mercati contadini e botteghe con prodotti arrivati direttamente dalle campagne sembrano reggere all’effetto Coronavirus. “I cittadini hanno risposto bene” dice Vinicio Savone, che ogni fine settimana apre il banco con i suoi prodotti di latte, yogurt, mozzarella e formaggio nel mercato romano Campagna Amica Coldiretti del Circo Massimo.
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