Non è solo una questione tecnica. E non è neanche solo una questione calcistica. Nel lungo sfogo di Antonio Conte, subito dopo la finale di Europa League persa dall’Inter contro il Siviglia, c’è anche una evidente questione di leadership. L’allenatore può diventare l’amministratore delegato o il direttore di un giornale. Il tema è la soglia oltre la quale il rapporto di fiducia con una società, con gli azionisti, o con un editore, viene meno. Così come sono rilevanti le modalità con cui si esterna un problema, o una serie di problemi accumulati.
Fino a dove è corretto spingersi? E quando è giusto fermarsi, nell’esercizio della propria leadership? Chi è chiamato a esercitare un ruolo di responsabilità deve considerare diversi fattori: i risultati che raggiunge, la gestione del suo gruppo e, appunto, il livello di autonomia che gli è concessa e che riesce a ‘difendere’. Allo stesso tempo, la controparte ha legittimamente la possibilità di interrompere il rapporto, pagando un prezzo, con un esonero o un licenziamento.
L’equilibrio corretto tra le parti è la chiave per tenere il rapporto professionale sui giusti binari. E, come sembra essere successo nel caso di Antonio Conte e dell’Inter, quando una delle due parti ritiene che non sia più rispettato l’equilibrio corretto, solo in parte codificato in un contratto, è giusto che faccia le proprie scelte. L’altra riflessione legata all’attualità calcistica riguarda la possibilità effettiva che un leader, sia un allenatore di calcio, un amministratore delegato o un direttore di un giornale, decida di rompere un rapporto pur di salvaguardare la propria leadership. Non avviene così spesso, per ragioni legate evidentemente all’istinto che prevale nella conservazione del potere e, soprattutto, alle conseguenze economiche.
Ci sono però anche i casi in cui, dato che “a tutto c’è un limite” per dirla come l’allenatore dell’Inter, il passo diventa inevitabile. Vedremo se Conte, che certo non ha problemi economici e che può facilmente ripartire nella sua carriera da un’altra parte, deciderà di andare fino in fondo.
