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Parte una Premier League con pochi investimenti

Il Liverpool di Jurgen Klopp e la sfida per il titolo con Pep Guardiola e il Manchester City. Ma anche la rinascita del Manchester United, Josè Mourinho e il Tottenham, Carlo Ancelotti all’Everton e la magia del mago Bielsa al Leeds, di nuovo tra le grandi dopo 16 anni. Può bastare? No, al tavolo della Premier League, al via il 12 settembre, si siede anche il Covid-19, convitato di pietra che rischia di mettere assai in difficoltà le finanze del torneo più ricco e mediatico d’Europa.

 

Per ora infatti, come in Serie A – mentre parziali riaperture sono avvenute in Francia e anche in Germania con il Lipsia che in Bundesliga ammetterà allo stadio 8500 tifosi – gli stadi sono chiusi. E quindi nessun introito dal matchday, ovvero l’incasso per biglietti ma anche food & beverage allo stadio. E zero euro anche alla voce abbonamenti. Le conseguenze sono dettate dai numeri, ipotizzati anche dal Financial Times: perdite stimate per i 20 club del campionato inglese in 660 milioni di euro. I top club sono rimasti a corto di liquidità alla fine della stagione, che si è chiusa a fine luglio, anche per la restituzione di circa 400 milioni di euro alle tv (Sky Sports, BT Sport) per la mancata presenza del tifo allo stadio.

 

Nei giorni scorsi le società hanno chiesto al governo di limitare le restrizioni per il ritorno negli impianti dei sostenitori. C’è stata anche di recente un’amichevole tra Brighton e Chelsea, 2500 spettatori. Un test pilota, pubblico attento alle linee guida del governo inglese, tra misurazione della temperatura, distanziamento e utilizzo della mascherina, dispenser all’ingresso dei vari settori dell’impianto.

 

Il Covid-19 non si vede ma è un killer d’area di rigore. Così i top club della Premier League che di solito riversavano sul mercato europeo cifre astronomiche hanno rivisto gli investimenti al ribasso. Solo il Chelsea di Roman Abramovich, fermo per due sessioni di mercato a causa della stangata della Fifa per violazioni su trasferimenti e registrazione di atleti under 18, ha staccato assegni per il gioiello tedesco Kai Havertz (80 milioni più 20 di bonus), per il compagno di nazionale Timo Werner, per il difensore brasiliano Thiago Silva, per il talento dell’Ajax Ziyech, spese per 220 milioni di euro, dettagli per le tasche dell’oligarca russo. E se la finestra di mercato si chiuderà a inizio ottobre, quindi i colpi potrebbero arrivare a breve, il Liverpool campione in carica ha finora speso una decina di milioni per un terzino sinistro, il Manchester City che voleva Messi ha una disavanzo di appena 40 milioni tra entrate e uscite, stessi conti per il Manchester United, per il Tottenham, mentre Everton e Leeds hanno investito circa 50 milioni.

 

Insomma, per ora stop alle spese pazze, anche perché la Premier ha messo fine a un accordo da 580 milioni di euro con PPTV, la società titolare (di Suning Holdings Group, proprietaria dell’Inter) dei diritti di trasmissione delle partite del torneo inglese in Cina.

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