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Amazon e la strategia dei pagamenti con il palmo della mano

amazon go amazon one

Amazon ha annunciato martedì una nuova tecnologia biometrica che consente agli acquirenti di pagare nei negozi usando il palmo della mano. Il sistema si chiama Amazon One. Il funzionamento è semplice: al primo utilizzo, si poggia il palmo della mano su uno scanner, in uno dei negozi che lo utilizzeranno (per il momento sono solo due Amazon Go americani). Oltre a far leggere e registrare al dispositivo la particolare mappatura del palmo dell’utente, unica come un’impronta digitale (ma si possono anche utilizzare tutti e due i palmi), bisogna anche inserire e registrare una carta di credito, per addebitare i futuri pagamenti. Da quel momento, tutte le volte che ci si recherà in un negozio che utilizza Amazon One, si potrà pagare passando il palmo della mano sul lettore. Per il momento, dice l’azienda, la ‘lettura della mano’ va effettuata all’entrata degli Amazon Go che utilizzano il sistema.

 

 

Al di là degli aspetti avveniristici (o preoccupanti, per chi pensa che la raccolta di dati biometrici possa creare dilemmi in fatto di privacy), è importante notare come Amazon non voglia tenersi la tecnologia per sé. L’obiettivo è quello di sviluppare un business fornendo tecnologia in licenza ai suoi rivali fisici. Non subito: al momento solo i clienti dei due negozi Amazon Go (i famosi negozi senza casse di Amazon) di Seattle, città sede dell’azienda, possono usare il sistema, che verrà poi esteso ad altri Amazon Go, che tra l’altro sono molto pochi, rispetto a quelli di altri rivenditori. Per questo la società spera di concedere in licenza la tecnologia ad altri rivenditori, potenzialmente includendo nel discorso alcuni dei suoi grandi rivali. Infatti i clienti non avranno bisogno di un account Amazon per usare il palmo della mano. Con Amazon One servono solo un cellulare e una carta di credito.

 

 

Questa sorta di apertura del gigante di Jeff Bezos verso i rivenditori fisici dura da un po’. Forse perché prendersi direttamente il commercio fisico come è stato fatto con l’e-commerce (dove non ha rivali) potrebbe rappresentare uno sforzo inutilmente dispendioso. Sfoderare una tecnologia talmente rivoluzionaria, o semplicemente comoda, da condizionare gioco forza i meccanismi di pagamento dell’intero settore garantirebbe invece ad Amazon una buona fetta di quegli incassi che l’e-commerce non riesce a togliere ai negozi fisici (che negli Usa rappresentano ancora l’80% degli acquisti), senza per questo consumare le risorse finanziarie della società. Già all’inizio di quest’anno, l’azienda ha stretto un accordo con un operatore di negozi aeroportuali per concedere in licenza la tecnologia che consente agli Amazon Go di operare senza cassieri.

Nel blog di Amazon si legge anche come le applicazioni della lettura del palmo della mano potrebbero andare oltre il commercio fisico: la società parla già di utilizzarlo in uffici (sostituendo i badge) o in occasione di eventi dal vivo, sostituendo i biglietti per l’ingresso agli stadi o alle arene.

 

 

Per quanto riguarda la sicurezza degli utenti, Amazon scrive di aver scelto “il riconoscimento del palmo per alcuni importanti motivi. Uno dei motivi era che il riconoscimento del palmo è considerato più privato di alcune alternative biometriche perché non è possibile determinare l’identità di una persona guardando un’immagine del suo palmo. Richiede inoltre che qualcuno faccia un gesto intenzionale tenendo il palmo della mano sul dispositivo da utilizzare. Ed è senza contatto, cosa che riteniamo apprezzeranno i clienti, soprattutto nei tempi attuali. In definitiva, l’utilizzo del palmo come identificatore biometrico consente ai clienti di controllare quando e dove utilizzano il servizio”.

 

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