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I tempi stretti della trattativa su Autostrade

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Una corsa contro il tempo e in salita. Si prospetta così la strada che porta al 27 ottobre prossimo, giorno della nuova deadline fissata ieri da Atlantia per presentare un’offerta vincolante per l’acquisizione dell’88% di Aspi. All’indomani del consiglio di amministrazione della holding infrastrutturale, ieri, a quanto s’apprende, sono proseguiti i contatti tra gli attori in campo, Cassa Depositi e Prestiti e i due fondi internazionali, Blackstone e Macquarie. Difficile prevedere i nuovi sviluppi del dossier dopo che il cda di Atlantia ha giudicato “non conformi e idonei” i termini dell’offerta.

 

È difficile prevederlo visti i numeri che marcano la distanza tra le parti: su un piatto della bilancia, c’è il range di prezzo che avrebbe indicato Cdp, compreso tra 8,5 e 9,5 miliardi; sull’altro piatto della bilancia c’è la valutazione di mercato e dei fondi esteri che si attesta a 11-12 miliardi. Di qui le incognite che gravano su questa sorta di ‘ultimo miglio’ della trattativa e sulla possibilità di arrivare a una soluzione positiva. Il tempo non gioca a favore. E questo è il messaggio che arriva da fonti vicine a Macquarie: i tempi troppo stretti per poter presentare un’offerta vincolante entro il 27 ottobre prossimo. Un dossier così complesso richiede, infatti, una approfondita due diligence di 10 settimane per arrivare a formulare una proposta definitiva. Le stesse fonti parlano di un irragionevole pressing sulla tempistica che non permetterebbe di effettuare i necessari approfondimenti ed effettuare una corretta valutazione di tutti gli elementi.

 

 

Nessun segnale arriva da Blackstone che si trincera dietro un no comment. Chiaro, invece, il messaggio di Tci Fund. “Il consiglio di amministrazione ha il dovere di difendere gli interessi dei suoi azionisti. Agendo nel modo come ha fatto, il consiglio di amministrazione, il board di Atlantia sta mostrando che si sta tentando di difendere gli interessi degli shareholder”, dichiara Jonathan Amouyal, partner di Tci Fund, azionista di Atlantia. “Il prezzo – sottolinea – deve essere il risultato di una transazione competitiva”.

 

 

Nei giorni scorsi, il fondo Tci ha aumentato la sua partecipazione nel capitale di Atlantia, portandola oltre la soglia rilevante del 10% e diventando secondo azionista. Una mossa, questa, di consolidamento della propria posizione per avere maggiore peso nell’assemblea dei soci del prossimo 30 ottobre. Tci, in una serie di dichiarazioni, ha considerato accettabile per Aspi un valore rientrante nella forbice tra 11 e 12 miliardi di euro per il 100% del capitale. Tci aveva, peraltro, anche dichiarato che in assenza di un processo competitivo e di un’offerta attrattiva sia preferibile la scissione e quotazione di Aspi in Borsa.

 

 

Ma qualcosa si muove anche sulla scena nazionale. In campo c’è sempre Toto Holding, che ha presentato una manifestazione di interesse per Aspi insieme al gruppo Apollo. Lasciare la gestione e la proprietà di un asset fondamentale come un’infrastruttura autostradale entro i confini nazionali è cruciale sia perché si tratta di un’opera strategica sia per una forma di rispetto verso i territori, sottolineano fonti vicine al gruppo secondo cui l’Italia ha expertise di alto livello per gestire l’infrastruttura. I progetti di investimento legati all’acquisto di Aspi potrebbero “superare i 14 miliardi”. Intanto, il calendario della prossima settimana vede almeno tre date cruciali: quella del 27, data entro la quale il cda di Atlantia ha deliberato di proseguire le interlocuzioni con Cdp e i co-investitori; il 28 ottobre, data di riconvocazione del cda per valutare un’eventuale nuova offerta vincolante; e il 30 ottobre, giorno di convocazione dell’assemblea.

 

 

Ma se il board di Atlantia dovesse valutare positivamente l’offerta, può decidere di posticipare l’assemblea e dare il tempo necessario per formulare quella definitiva. Nel caso in cui l’offerta dovesse essere ritenuta insoddisfacente, si terrà l’assemblea con la deliberazione dei punti all’ordine del giorno. Tuttavia, come indica il cda nella relazione illustrativa agli azionisti, c’è un’altra opzione in campo: “qualora in un qualsiasi momento antecedente alla data di efficacia della scissione, e dunque anche in un momento successivo all’approvazione del progetto di scissione da parte dell’assemblea, Atlantia riceva un’offerta per l’acquisto della partecipazione, il consiglio di amministrazione di Atlantia, ove valuti che l’offerta corrisponda all’interesse sociale, provvederà a convocare nuovamente l’assemblea per sottoporre alla medesima la revoca della delibera di scissione già assunta”.

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