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Clima, Draghi: finora azioni insufficienti, con Biden si volta pagina

Quanto fatto finora non è ancora sufficiente, sul climate change occorre un cambio di passo e, da questo punto di vista, l’avvento di Biden può segnare una svolta. È un appello ad agire, e a farlo in fretta, quello che il presidente del Consiglio Mario Draghi lancia nel suo intervento al Leaders Summit on Climate. Un discorso, il suo, che fa leva su due assi fondamentali: l’alleanza con gli Stati Uniti nel contrasto ai mutamenti climatici e il ruolo dell’Italia, in prima linea in quella che è anche una battaglia per la salvaguardia del proprio patrimonio.

“Innanzitutto voglio ringraziare il presidente Biden”, ha esordito Draghi, perché con il neo presidente Usa c’è stato “un cambiamento completo” di politica sull’ambiente che consente “di procedere insieme”, con il ritorno ad azioni concertate e coordinate. “Abbiamo fiducia nel fatto che insieme possiamo vincere questa sfida”, ha sottolineato il premier.

“Le azioni che abbiamo intrapreso finora sembrano insufficienti. Con gli accordi di Parigi ci siamo impegnati a limitare il riscaldamento globale a +1,5 gradi rispetto ai livelli preindustriali. Con le politiche attuali rischiamo che ci sia un riscaldamento di +3 gradi. Abbiamo bisogno di invertire la rotta e di farlo ora. Vogliamo agire, non pentirci in futuro”, ha rimarcato il presidente del Consiglio.

Da questo punto di vista, ha proseguito Draghi, il Piano nazionale di ripresa e resilienza rappresenta una opportunità che non va persa. “Mentre lottiamo contro la pandemia non possiamo dimenticare le altre crisi”, come quella del clima, ha sottolineato, “dobbiamo cambiare il modo di lavorare e dobbiamo farlo rapidamente. Il Piano di ripresa e resilienza offre un’opportunità unica: possiamo rendere la nostra economia più verde e inclusiva”.

In Europa, ha ricordato il premier, “abbiamo lanciato un piano comune da 750 miliardi di euro, quello che abbiamo chiamato Next Generation Eu. Uno dei suoi obiettivi è sostenere la transizione ambientale in Europa e rendere l’Ue a emissioni zero entro il 2050. Circa il 10%, pari a 70 miliardi di euro, andrà in investimenti in infrastrutture verdi, economia circolare e mobilità sostenibile solo in Italia”.

Proprio il nostro Paese è destinato a recitare un ruolo di primo piano nei prossimi mesi. “L’Italia quest’anno detiene la Presidenza del G20 e la salvaguardia del nostro pianeta è uno degli obiettivi principali del nostro programma – ha ricordato Draghi – I Paesi del G20 rappresentano il 75% delle emissioni globali. Abbiamo una responsabilità speciale nel garantire il raggiungimento degli obiettivi dell’accordo di Parigi”. Al riguardo, ha aggiunto, “la presidenza italiana ha proposto di tenere una riunione ministeriale congiunta su Clima ed Energia”. L’Italia, ha concluso il premier, “è un Paese bellissimo ma molto fragile: la battaglia per il cambiamento climatico è una battaglia che dobbiamo portare avanti per la nostra storia e per il nostro paesaggio. Ci dedicheremo alla sostenibilità e, allo stesso tempo, avremo un approccio multilaterale”.

Ad aprire i lavori del vertice dei leader mondiali sul clima in occasione della Giornata mondiale della Terra, il presidente Joe Biden, che ha annunciato l’impegno degli Stati Uniti a dimezzare le emissioni del 50-52% entro il 2030, per centrare l’obiettivo di un’economia a “emissioni zero” entro il 2050, e invitando gli altri leader mondiali ad accelerare i rispettivi piani per ridurre le emissioni dei gas serra. “È il decennio decisivo per evitare le conseguenze peggiori: siamo risoluti ad agire, combattendo i cambiamenti climatici. Questo vertice è il primo passo di un cammino che dobbiamo fare insieme”. L’alternativa, ha sottolineato Biden, è “il disastro collettivo: i segnali sono inequivocabili, la scienza è incontrovertibile e il costo dell’inazione continua a salire”. Secondo Biden, tuttavia, invertire la rotta adesso significa anche aprire nuove opportunità. “Vedo l’occasione di creare milioni di posti di lavoro. I Paesi che assumeranno iniziative decisive adesso, saranno quelli che coglieranno il boom dell’energia pulita in arrivo”.

Da parte sua la presidente della Commissione Ue Ursula von del Leyen ha ribadito che l’Europa sarà in prima linea nella lotta al climate change. “Dopo l’accordo di Parigi è arrivato il momento di rafforzare il nostro impegno per combattere i cambiamenti climatici – ha detto – e noi siamo pronti ad agire: l’Europa sarà il primo continente climaticamente neutro. Ma non vuole essere l’unico. Impegniamoci tutti per ambiziose riduzioni delle emissioni entro il 2030, verso lo zero netto entro il 2050”.

Un obiettivo che Pechino sembra voler spostare più in là di almeno dieci anni. “La Cina sarà a emissioni zero entro il 2060 – ha annunciato nel suo intervento il leader cinese Xi Jinping – dobbiamo impegnarci per uno sviluppo verde, per un’economia sostenibile per le future generazioni. Questa è la via per rafforzare la produttività. E i Paesi in via di sviluppo devono accrescere le loro ambizioni”. Da questo punto di vista, il progetto della Via della Seta “può contribuire a un maggiore benessere e a creare un mondo più pulito”, ha concluso il segretario generale del Partito comunista cinese, ribadendo l’impegno della Cina sul multilateralismo, terreno sul quale, ha detto in maniera sibillina, “abbiamo responsabilità comuni e differenziate allo stesso tempo”.

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