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Superbonus, pressing di Confindustria e Ance

Emanuele Orsini, vice presidente per Credito, finanza e fisco di Confindustria, lo paragona al motorino di avviamento delle autovetture, “prima mettiamo in moto, prima l’economia riparte”. In audizione alla Camera l’associazione degli industriali, ma anche l’Ance e l’Abi, vanno in pressing sul Superbonus 110% chiedendo non solo la proroga, ma anche una semplificazione delle procedure.

Secondo le stime del Centro Studi di via dell’Astronomia, infatti, “l’agevolazione attiverà in due anni 18,5 miliardi di spese con un impatto positivo sul Pil pari a circa l’1%“. Per questo, sostiene ancora Orsini, “la misura riveste un’importanza cruciale”.

Per Confindustria è dunque fondamentale prorogare il Superbonus “almeno fino al 31 dicembre 2023” anche perché “l’incertezza sui tempi di proroga della misura porta alla conseguenza per cui alcune banche, per ragioni di prudenza, preferiscono non impegnarsi nell’acquisto di crediti relativi a lavori da completare o, addirittura, eseguire nel 2022. Con la conseguenza di fermare un iter già avviato con lavori tecnici preparatori”. Allo stesso tempo, però, per viale dell’Astronomia “è necessaria l’adozione urgente di alcuni correttivi che consentano alla misura di liberarne tutto il potenziale”.

Insomma, la misura presenta delle complicazioni che vanno sistemate ma è utile e necessaria.

A chiedere la proroga è anche l’Ance che allo stesso modo pone l’accento su quello che considera un vero e proprio “labirinto” burocratico di norme. Il presidente Gabriele Buia, nel corso dell’audizione alle Commissioni riunite Ambiente e Attività produttive della Camera, ha dunque chiesto “una semplificazione mirata“. “Ciascuna di queste procedure richiede tempo. In un condominio, il tempo complessivo richiesto dall’inizio delle procedure al termine dei lavori è mediamente di 18-20 mesi”, spiega.

Tra le semplificazioni considerate prioritarie dai costruttori c’è l’accertamento dello stato legittimo degli edifici. Secondo una loro indagine, infatti, “per circa il 37% delle imprese la principale difficoltà nell’attuazione del Superbonus riguarda la verifica della conformità edilizia, legata per lo più all’inerzia della Pa di rilasciare, in maniera preventiva, i titoli edilizi. In alcuni casi ci vogliono 6 mesi”. Per questo, propongono di prevedere sempre la Cila (Comunicazione di inizio lavori) con la sola esclusione degli interventi di demolizione e ricostruzione.

Anche l’Abi, attraverso il direttore generale Giovanni Sabatini, chiede “di rendere più strutturali tali agevolazioni fiscali, garantendone la certezza della fruizione per un arco temporale prolungato” perché “la certezza delle misure agevolative aumenta la propensione all’investimento, finalizzato sia alla riqualificazione energetica che sismica degli edifici, rendendo, al contempo, più efficiente la pianificazione degli interventi”.

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