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Draghi e l’unità come antidoto per una ripresa duratura

Il monito arriva in un passaggio ‘a braccio’, non previsto nel discorso ufficiale. Perché per Mario Draghi è giusto essere fiduciosi nei confronti dell’Italia “che è viva e forte e ha tanta voglia di ripartire”, ma non si può nemmeno pensare che basti tornare ai livelli pre Covid per intercettare una ripresa degna di questo nome. Il presidente del Consiglio, in visita in Emilia Romagna, mette in guardia: “L’opportunità che ci viene data oggi non è quella di tornare a una costruzione istituzionale che era quella prevalente prima della pandemia, perché noi crescevamo molto poco. Il timore che abbiamo tutti è che finita la pandemia e avviatasi una forte ripresa questa non sia duratura e poi si torni di nuovo su quel sentiero di crescita molto modesto degli ultimi anni”.

E, tuttavia, Draghi indica anche una sorta di antidoto: “Serve – sostiene – un’Italia unita nel desiderio di tornare a crescere e credere nel suo futuro”.

Per la prima uscita ‘italiana’ da quando la pandemia si è attenuata, il presidente del Consiglio sceglie l’Emilia Romagna e due eccellenze italiane, il Tecnopolo di Bologna e il distretto della ceramica del modenese.

Ora, dice, si comincia a percepire “sollievo, entusiasmo, una voglia di ricominciare e di sprigionare le proprie energie produttive e imprenditoriali, la propria visione del mondo” e questa è una cosa “che dà conforto”. Insomma, si intravede una “fase nuova” che è possibile anche “grazie ai sacrifici degli italiani e alla forte accelerazione della campagna vaccinale”, “una fase di ripresa e fiducia, su cui costruire un Paese più giusto e più moderno. E liberare le energie che sono rimaste ferme in questi anni”.

Mario Draghi cita le parole pronunciate dal Governatore della Banca d’Italia, Ignazio Visco, secondo cui “l’attività produttiva nel Paese si rafforza, gli indici di fiducia delle imprese sono ai massimi da oltre tre anni e gli imprenditori pianificano investimenti, segno che sono tornati a essere ottimisti” e ricorda che l’Ocse “ha appena rivisto al rialzo le sue previsioni per l’Italia”.

Ma restano appunto quei timori per una ripresa che non sia duratura. Per questo, il presidente del Consiglio parla anche della necessità di un “cambio di passo” che a suo giudizio è rappresentato proprio dal decreto legge sulle semplificazioni approvato la settimana scorsa in Consiglio dei ministri. “E’ vasto e complesso. Riduce le incertezze e i tempi delle burocrazie. Semplifica il lavoro dell’imprenditore e la vita del cittadino, senza indebolire – assicura – i presidi di tutela dell’ambiente, del lavoro, della legalità”.

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