Dodici anni, figlia di Mattia Torre, sceneggiatore e regista romano scomparso nel 2019 dopo una lunga malattia e noto per piccoli capolavori come la serie tv ‘Boris’ e ‘La linea verticale’, basata sull’omonimo libro autobiografico in cui ha raccontato con una sottile vena di ironia la sua esperienza di malato.
L’11 maggio, accompagnata dalla mamma Francesca Rocca, ha commosso il pubblico del Teatro delle Vittorie e i milioni di spettatori che la seguivano da casa ritirando il David di Donatello vinto dal papà, autore della sceneggiatura del film ‘Figli’. “Complimenti a mio padre perché è riuscito a vincere questo premio anche se non c’è più”, ha esordito, una frase che avrebbe potuto benissimo scriverle Mattia Torre. Quindi la dedica al fratellino e alla mamma “che non si arrende mai” e il ringraziamento “alle ostetriche che fanno nascere i bambini e ai medici e infermieri che non fanno volare via le persone: bravo papà”. Di sicuro anche lui sarebbe stato orgoglioso di lei.