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Licenziamenti, così si resta senza lavoro con una mail

Sono passati quattro giorni dallo stop al blocco dei licenziamenti. Quattro. Come prevedibile, arrivano le prime decisioni unilaterali e sono decisioni lontanissime dallo spirito dell’accordo concluso da governo e parti sociali. Licenziamenti collettivi, inaspettati, e senza alcun ricorso agli ammortizzatori sociali.

Succede in Lombardia, in provincia di Monza e Brianza, nel cuore dell’industria italiana. La fabbrica Gianetti Ruote di Ceriano Laghetto ha annunciato la chiusura dello stabilimento aprendo una procedura di licenziamento collettivo per 152 persone. Alla fine del turno di sabato pomeriggio, l’azienda ha comunicato lo stop agli operai con una mail: ferie e poi permesso retribuito fino alla chiusura definitiva dello stabilimento.

Una sentenza. Senza contraddittorio, senza tentare una strada alternativa. L’azienda, che aderisce a Confindustria, non cerca una soluzione diversa. Vuole licenziare, e licenzia. Può farlo, è legittimata a farlo. E le raccomandazioni, gli impegni e le parole di buon senso utilizzate pochi giorni fa da Palazzo Chigi per descrivere l’intesa dopo la fine del blocco ai licenziamenti finiscono subito nel limbo che si temeva potessero rappresentare.

Di fronte alle decisioni delle imprese e degli imprenditori possono poco sia le battaglie sindacali, che ci saranno in questo caso, sia la moral suasion delle associazioni di rappresentanza, che è bene comunque che facciano sentire in qualche modo la loro voce.

La realtà dice che gli operai possono restare senza lavoro con una mail, senza un avvertimento e senza alcuna prospettiva.

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