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Women 20, Orlando: la battaglia di genere non è delle donne, ma della società

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“La battaglia per la parità di genere è una battaglia per sistemi sociali più avanzati, non è solo fatta dalle donne ma dalla società”. Il ministro del Lavoro, Andrea Orlando, parlando al summit del Women 20, engagement group del G20 dedicato alla parità di genere, intervistato da Stefano Di Traglia, direttore dello Sviluppo e della comunicazione di Consenso Europa, fa riferimento anche ai fondi previsti dal Piano nazionale di ripresa e resilienza. “Nel Pnrr abbiamo inserito una clausola: il 30% delle assunzioni nelle imprese che partecipano al Piano devono essere donne. Il nostro Paese non ha mai avuto 4 mld da investire negli asili nido, ed il rischio che questi soldi non siano utilizzati in modo celere è elevato, ciò può diventare una matrice che non riguardi solo il Pnrr, ma l’insieme degli investimenti pubblici che si realizzano. Bisogna potenziare le infrastrutture sociali, la cui realizzazione rischia di non essere trainata dai soggetti forti del mercato. Il successo o l’insuccesso di questa politica – conclude Orlando – può influenzare radicalmente la realtà delle donne”.

Amina Mohammed, deputy secretary general delle Nazioni Unite, in un video inviato per l’evento ha spiegato che “nell’ultimo anno abbiamo visto l’impatto della pandemia sul benessere delle persone, ma a soffrire maggiormente sono state le donne. Siamo tornati indietro di decenni nei diritti femminili, è assolutamente necessario investire nelle donne e nelle bambine per avere uno sviluppo concreto nel futuro. I temi che il W20 si sta impegnando a portare al G20 implicano una svolta culturale, di cui il mondo ha bisogno”.

Per la presidente di Aidda, Antonella Giachetti, “le grandi trasformazioni avvengono nelle persone, quindi si concretizzano nei cambiamenti della coscienza collettiva” e dunque “è necessaria una pari opportunità per le donne, poiché solo i valori femminili possono dare una vera svolta al mondo attuale. Dobbiamo creare le condizioni affinché il connubio tra vita lavorativa e vita familiare sia normale. Come imprenditrici – osserva – riteniamo fondamentale l’educazione alla reciprocità della vita con il pianeta, ma anche una finanza e una leva fiscale adeguate a riassorbire le disuguaglianze”.

Nel suo intervento il presidente del Gruppo A2A, Marco Patuano, ha osservato che “non si può rinunciare all’utilizzo del talento del nostro human capital. Il progetto della gender equality è finalizzato ad utilizzare questo capitale. Le donne devono far conciliare tanti lavori, anche nella vita privata. Noi cerchiamo di far capire che le donne non devono rinunciare a nessuna componente della loro vita. Serve un sistema di welfare mirato, – conclude Patuano – con iniziative che diano la possibilità di trasformare benefit in agevolazioni”.

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