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La dichiarazione finale dei Paesi del G20

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Affrontare i cambiamenti climatici, concludere la Cop26 con un “successo”, rispettare gli accordi di Parigi e il limite di innalzamento delle temperature a 2 gradi centigradi, piantare mille miliardi di alberi sul Pianeta, la fine dei finanziamenti al carbone. Ecco un riepilogo degli impegni (al ribasso, in attesa di vedere quali accordi si raggiungeranno alla Cop26 di Glasgow) presi dai Paesi del G20 che si è tenuto a Roma nello scorso finesettimana.

 

La Cop26, il limite dei 2 gradi e il riconoscimento degli impatti minori dello scenario a 1,5

 

I Paesi del G20 “si impegnano a fronteggiare la minaccia critica e urgente dei cambiamenti climatici e a lavorare insieme perché la Cop26 di Glasgow abbia successo”, è l’impegno enunciato dalla dichiarazione finale dei lavori del G20 di Roma.

“A tal fine, riaffermiamo il nostro impegno per una piena ed effettiva implementazione della convenzione quadro nelle Nazioni Unite sul cambiamento climatico e dell’accordo di Parigi”.

Gli impatti del cambiamento climatico nello scenario di un aumento delle temperature medie di 1,5 gradi centigradi “sono molto inferiori rispetto a 2 gradi. Mantenere l’obiettivo di 1,5 gradi a portata di mano richiederà azioni e un impegno significativi ed efficaci da parte di tutti i Paesi, tenendo conto dei diversi approcci, attraverso lo sviluppo di chiari percorsi nazionali che allineino ambizione di lungo termine con obiettivi a breve e medio termine e con la cooperazione e il sostegno internazionali, compresa la finanza e la tecnologia, il consumo e la produzione sostenibili e responsabili come fattori abilitanti, nel contesto dello sviluppo sostenibile. Attendiamo con impazienza una Cop26 di successo”, si aggiunge.

Ulteriori azioni prima del 2030

“Riconoscendo che i membri del G20 possono contribuire in modo significativo alla riduzione delle emissioni globali di gas serra, ci impegniamo, in linea con gli ultimi sviluppi scientifici e con le situazioni nazionali, a intraprendere ulteriori azioni in questo decennio e a formulare, attuare, aggiornare e migliorare, dove necessario, i nostri Ncd 2030″ i contributi determinati a livello nazionale”, si afferma.

Il compromesso più deludente: “metà del secolo” invece che 2050

 

I Paesi si impegnano inoltre “a formulare strategie di lungo termine che stabiliscano percorsi chiari e prevedibili, coerenti con il raggiungimento di un equilibrio tra le emissioni antropiche” e il sequestro della CO2 “entro o intorno la metà del secolo”. La formula non parla con precisione di 2050 perché su questo punto non si è riusciti a convincere Cina, Russia e India. Il piano di decarbonizzazione cinese prevede una deadline al 2060. Mentre Narendra Modi alla Cop26 ha subito gelato il pubblico della conferenza annunciando che l’India prevede di arrivare alle zero emissioni nette solo per il 2070.

Il G20 prevede di raggiungere il generico obiettivo della “metà del secolo”, in ogni caso, “tenendo conto di diversi approcci, tra cui l’economia circolare del carbonio, gli sviluppi socioeconomici, economici, tecnologici e di mercato e la promozione delle soluzioni più efficienti”.

Nella lotta al cambiamento climatico i membri del G20 esprimono “l’impegno ad accelerare le nostre azioni attraverso la mitigazione, l’adattamento e la finanza, riconoscendo l’importanza fondamentale di raggiungere emissioni nette di gas serra pari a zero o la neutralità del carbonio entro la metà del secolo o intorno alla metà del secolo e la necessità di rafforzare sforzi globali necessari per raggiungere gli obiettivi dell’accordo di Parigi”, si legge nella dichiarazione in cui si riconosce che i membri del gruppo “possono contribuire in modo significativo alla riduzione delle emissioni globali di gas serra”.

Per questo, continua il documento, “ci impegniamo, in linea con gli ultimi sviluppi scientifici e con le circostanze nazionali, a intraprendere ulteriori azioni in questo decennio e a formulare, attuare, aggiornare e migliorare, laddove necessario, i nostri impegni nazionali di riduzione delle emissioni al 2030, e per formulare strategie a lungo termine”.

Mille miliardi di alberi

I Paesi del G20 si sono impegnati a raggiungere “l’obiettivo ambizioso di piantare mille miliardi di alberi, concentrandoci sugli ecosistemi più degradati del pianeta” entro il 2030.

 

La fine dei finanziamenti al carbone

I paesi del G20 si “impegnano a mobilitare finanziamenti internazionali pubblici e privati per sostenere lo sviluppo di un’energia verde, inclusiva e sostenibile” e annunciano la “fine ai finanziamenti pubblici internazionali per nuova produzione di energia da carbone entro la fine del 2021″. Questa è una delle azioni più decise per la lotta al cambiamento climatico adottata dal summit del G20 di Roma.

Nella dichiarazione finale si sottolinea “lo stretto legame tra clima ed energia” e si ribadisce “l’impegno a ridurre l’intensità delle emissioni nel settore energetico per rispettare i tempi” definiti dal target fissato nella conferenza sul clima di Parigi. “Collaboreremo per l’implementazione e la diffusione di tecnologie rinnovabili e a emissioni zero o basse, compresa la bioenergia sostenibile, per consentire una transizione verso sistemi di alimentazione a basse emissioni” continua la nota, che spiega come “ciò consentirà anche ai paesi che si impegnano a eliminare gradualmente gli investimenti in nuova capacità di generazione di energia dal carbone di farlo il prima possibile”.

I Paesi del G20, in collaborazione con l’International Energy Forum “faciliteranno un dialogo tra produttori e consumatori per alimentare l’efficienza, la trasparenza e la stabilità dei mercati energetici. Vigileremo sull’evoluzione dei mercati energetici, terremo conto dei trend negli anni e promuovere un intenso dialogo”, si afferma.

Il “traguardo storico” sulla tassazione internazionale

L’accordo sulla tassazione internazionale “è un traguardo storico attraverso il quale realizzeremo un più stabile ed equo sistema internazionale fiscale”, si legge nella dichiarazione finale dei Paesi del G20 che chiedono di sviluppare le regole e gli strumenti multilaterali “per assicurare che le nuove regole vengano applicate a livello globale entro 2023”.

 

I rischi della ripresa post Covid

Dopo l’impatto del Covid nel 2020 quest’anno l’economia globale sta vivendo una ripresa “sostenuta”, grazie alle campagne vaccinali e al continuo sostegno delle politiche fiscali: tuttavia, “la ripresa rimane molto divergente tra e all’interno dei paesi ed esposta a rischi al ribasso”. La dichiarazione finale adottata dal G20 di Roma sottolinea il rischio legato “alla possibile diffusione di nuove varianti di Covid-19 e ritmi di vaccinazione irregolari”.

I Grandi confermano la “determinazione a utilizzare tutti gli strumenti disponibili per tutto il tempo necessario per affrontare le conseguenze negative della pandemia” e si impegnano “a sostenere la ripresa, evitando il ritiro prematuro delle misure di sostegno, preservando la stabilità finanziaria e la sostenibilità di bilancio a lungo termine”.

Ribadendo l’impegno delle banche centrali a monitorare il recente andamento dell’inflazione, i membri del G20 confermano “attenzione alle sfide globali che stanno impattando sulle nostre economie” come i problemi nelle catene di approvvigionamento. “Lavoreremo insieme per monitorare e affrontare questi problemi man mano che le nostre economie continueranno a la ripresa e per sostenere la stabilità dell’economia globale”.

Nel 2021 l’attività economica globale “si è ripresa a ritmo sostenuto, grazie alla diffusione dei vaccini e alle politiche di sostegno. La ripresa, tuttavia, rimane altamente divergente tra e all’interno dei Paesi ed esposta a rischi al ribasso, in particolare la possibile diffusione di nuove varianti di Covid-19 e ritmi irregolari di vaccinazione”, si sottolinea.

“Rimaniamo determinati a utilizzare tutti gli strumenti disponibili per tutto il tempo necessario per affrontare le conseguenze negative della pandemia, in particolare su coloro che sono stati più colpiti, come donne, giovani e lavoratori poco qualificati, e sulle disuguaglianze”, si aggiunge.

“Continueremo a sostenere la ripresa economica, evitando il ritiro prematuro delle misure di sostegno, preservando la stabilità finanziaria e la sostenibilità di bilancio di lungo termine e vigilando contro rischi al ribasso e ricadute negative”. Nella dichiarazione finale si legge che “le banche centrali stanno monitorando da vicino le attuali dinamiche dei prezzi. Agiranno secondo necessità per adempiere ai loro mandati, inclusa la stabilità dei prezzi, esaminando al contempo le pressioni inflazionistiche, dove sono transitorie, e rimanendo impegnate a una chiara comunicazione delle posizioni politiche”, si spiega.

I Paesi del G20 rimangono “vigili sulle sfide globali che stanno impattando sulle nostre economie, come le interruzioni nelle catene di approvvigionamento. Lavoreremo insieme per monitorare e affrontare questi problemi, mentre le nostre economie si riprendono, per sostenere la stabilità dell’economia globale”. I membri del G20 “accolgono con favore i progressi compiuti nell’ambito dell’Iniziativa per la sospensione del servizio del debito del G20 (DSSI), che è stata concordata anche dal Club di Parigi. Stime preliminari indicano almeno 12,7 miliardi di dollari di servizio del debito totale differito, nell’ambito di questa iniziativa, tra maggio 2020 e dicembre 2021, a beneficio di 50 paesi”.

Nella dichiarazione finale del summit di Roma i membri del G20 ribadiscono l’appoggio alle misure per alleggerire il peso del debito, cruciali soprattutto nella difficile congiuntura pandemica. Il G20 guarda oltre le iniziative in corso e punta a “miglioramenti che darebbero più certezza ai paesi debitori e faciliterebbero la rapida fornitura di sostegno finanziario da parte dell’Fmi”. “Riconosciamo il ruolo cruciale degli investimenti in infrastrutture di qualità nella fase di ripresa. Riconosciamo che sistemi resilienti, adeguatamente finanziati, ben mantenuti e gestiti in modo ottimale sono essenziali per preservare gli asset infrastrutturali nel loro ciclo di vita, minimizzando le perdite e il deterioramento e per assicurare l’erogazione di servizi di infrastrutture sicuri, affidabili e di alta qualità”, si legge.

Per questo, “continueremo, in maniera flessibile, a sviluppare la collaborazione tra investitori pubblici e privati per mobilitare capitali privati. Sottolineiamo l’importanza di promuovere la condivisione della conoscenza tra autorità locali e governi nazionali per incoraggiare infrastrutture più inclusive”.

I sostegni al turismo

“Sulla base del lavoro svolto nel 2020, continueremo a sostenere una rapida, resiliente, inclusiva e sostenibile ripresa del settore turistico, fra i settori più colpiti dalla pandemia, con particolare attenzione ai Paesi in via di sviluppo e alle micro, piccole e medie imprese”, si sottolinea nella dichiarazione finale adottata dal G20 di Roma. “Sosteniamo le Linee guida del G20 di Roma per il futuro del turismo e ci impegniamo ad agire per raggiungere i suoi obiettivi, in particolare per quanto riguarda la mobilità sicura, la sostenibilità e la digitalizzazione. Esploreremo la collaborazione nei settori dell’economia creativa e dell’innovazione a sostegno del turismo”, si aggiunge.

Le disuguaglianze e la giustizia

“La pandemia di Covid-19 ha esacerbato le disuguaglianze nei nostri mercati del lavoro, colpendo in modo sproporzionato i lavoratori vulnerabili. In collaborazione con i partner sociali, adotteremo approcci politici incentrati sull’uomo per promuovere il dialogo sociale e garantire maggiore giustizia sociale, condizioni di lavoro sicure e salubri e un lavoro dignitoso per tutti, anche all’interno delle catene globali di approvvigionamento”, si sottolinea nella dichiarazione finale adottata dal G20 di Roma. “Per ridurre le disuguaglianze, sradicare la povertà, sostenere le transizioni dei lavoratori e il reinserimento nei mercati del lavoro e per promuovere una crescita inclusiva e sostenibile rafforzeremo i nostri sistemi di protezione sociale”, si aggiunge.

Entro metà 2022 70% popolazione mondiale vaccinata

Incrementare gli “sforzi per garantire un accesso tempestivo, equo e universale ai vaccini”, con particolare attenzione alle “esigenze dei Paesi a basso e medio reddito”. È l’impegno preso dal G20 nelle dichiarazioni finali del vertice di Roma. Riconoscendo che i vaccini “sono tra gli strumenti più importanti contro la pandemia” e riaffermando come l’immunizzazione globale al Covid-19 sia “un bene pubblico globale”, i Paesi del G20 hanno ribadito l’obiettivo di vaccinare almeno il 40% della popolazione mondiale entro la fine del 2021 e il 70% entro la metà del 2022, come raccomandato dall’Organizzazione mondiale della sanità. “Lavoreremo insieme per il riconoscimento dei vaccini per il Covid-19 ritenuti sicuri ed efficaci dall’Oms e per rafforzare la capacità dell’organizzazione riguardo all’approvazione dei vaccini”, scrivono i Paesi del G20, evidenziando “l’obiettivo di ampliare l’elenco dei vaccini autorizzati per l’uso di emergenza, continuando a tutelare la salute pubblica e garantendo la privacy e la protezione dei dati”. “Riconosciamo che i finanziamenti per la prevenzione, la preparazione e la risposta alle pandemie devono diventare più adeguati, più sostenibili e meglio coordinati e richiedono una continua cooperazione tra chi prende decisioni in materia di salute e finanza, anche per affrontare potenziali carenze di finanziamento, mobilitando un mix appropriato di meccanismi di finanziamento multilaterali esistenti e nuovi meccanismi di finanziamento”, affermano.

100 mld all’anno ai Paesi in via di sviluppo

I membri del G20 “riaffermano l’impegno assunto dai paesi sviluppati circa l’obiettivo di mobilitare congiuntamente 100 miliardi di dollari all’anno dal 2020 e fino al 2025 per affrontare le esigenze dei paesi in via di sviluppo” ma a fronte di “azioni di mitigazione significative e di trasparenza sull’attuazione” delle risorse erogate.

“A questo proposito – continua il documento – accogliamo con favore i nuovi impegni assunti da alcuni dei membri del G20 per aumentare e migliorare i rispettivi contributi globali di finanziamento pubblico internazionale per il clima fino al 2025 e attendiamo nuovi impegni da parte di altri”.

I Paesi del G20 “sono impegnati a perseguire la sicurezza alimentare e adeguata nutrizione per tutti, non lasciando indietro nessuno”. “A tal fine, appoggiamo la dichiarazione di Matera e la sua chiamata all’azione. Incoraggiamo i partners e gli stakeholders a collaborare o aderire alla Food Coalition lanciata dalla Fao come mezzo per rispondere all’impatto del Covid 19 sulla sicurezza alimentare e nutrizione”.

“Siamo preoccupati – prosegue il testo – per le carestie e per la forte insicurezza alimentare alimentate dai conflitti armati in molte parti del mondo, particolarmente nei paesi elencati nel 2021 Global Report on Food Crises. Sosterremo sistemi alimentari sostenibili e resilienti e l’innovazione in agricoltura, che sono vitali per porre fine alla fame e malnutrizione, sradicare la povertà e assicurare la sostenibilità”.

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