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Manovra, partiti in pressing. Confermato l’impianto del Rdc

Nessun nuovo passaggio in Cdm per la manovra. Mario Draghi stoppa anche così il pressing dei partiti sul testo che, pur approvato dal Consiglio dei ministri il 28 ottobre, è ancora atteso in Senato.

La legge di Bilancio è stata al centro di una riunione convocata dal presidente del Consiglio con il capodelegazione del M5S Stefano Patuanelli, il ministro del Lavoro Andrea Orlando, il responsabile della Pa Renato Brunetta e alcuni esponenti del Mef. Assente il titolare dell’Economia, Daniele Franco, impegnato a Bruxelles.

Quella che è emersa è una sostanziale conferma delle misure approvate dal Cdm. A cominciare dal reddito di cittadinanza, tema che resta al centro del confronto soprattutto per l’insistenza di Matteo Salvini nel chiedere che quei fondi vengano destinati ad altro. L’impianto viene comunque ribadito nella versione uscita dalla riunione di governo di fine ottobre: dunque decalage a partire dal primo rifiuto di un’offerta di lavoro congrua, mentre scatta lo stop all’assegno dal secondo no (finora la sospensione partiva dal terzo rifiuto).

Una novità è tuttavia prevista per ‘opzione donna‘: salta infatti la soglia anagrafica di 60 anni per le uscite delle lavoratrici, viene riportata a 58 per le dipendenti e a 59 per le autonome, com’era previsto fino a prima del Cdm.

I grillini continuano a chiedere al presidente del Consiglio che venga cancellato subito il tetto di 25mila euro di Isee per il superbonus villette. Anzi, la richiesta era proprio quella di affronatre la questione in un eventuale secondo passaggio della manovra dal Consiglio dei ministri.

Allo stesso tempo, il leader Lega continua a sparare ad alzo zero sul reddito di cittadinanza. “Abbiamo le idee chiare – dice – su cosa ottenere in questa manovra per le famiglie e per i cittadini: l’aumento delle pensioni di invalidità andando a tagliare i furbetti del reddito di cittadinanza e l’aumento della flat tax fino a 100mila euro di fatturato”, “queste saranno battaglie parlamentari, il governo Draghi è nato per combattere la pandemia e per tagliare le tasse e noi vogliamo partire dagli ultimi, dai dimenticati”.

Per ora la decisione di palazzo Chigi di ritenere non necessario un secondo passaggio in Cdm ha placato il pressing. Ma sono bandierine che tutti i partiti, c’è da giurare, tenteranno di piantare quando della manovra si discuterà in Parlamento. E il tempo stringe.

La legge di bilancio sarebbe dovuta arrivare alle Camere entro il 20 ottobre, quindi al momento è in ritardo di 21 giorni. Se, come sembra, arriverà entro la fine della settimana ci sarà a disposizione poco più di un mese per l’approvazione, che deve essere fatta entro il 31 dicembre per evitare l’esercizio provvisorio.

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