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Inflazione al 3%, Istat: “Mai così alta dal 2012”

Continua a crescere l’inflazione, e si avvicina a livelli record. I dati Istat parlano chiaro: nel mese di ottobre si stima che il NIC – indice che misura l’inflazione dell’intero sistema economico – registrerà un aumento del +3,0% su base annua (+0,7% su base mensile). Accelera per il quarto mese di fila, avvicinandosi al record del +3,2% raggiunto nel 2012, come sottolinea l’Istituto di statistica, evidenziando che “i Beni energetici continuano a essere protagonisti, contribuendo per più di due punti percentuali all’inflazione e spiegando buona parte dell’accelerazione rispetto a settembre”.

Cosa è cambiato in un anno, da ottobre 2020 a ottobre 2021

Rispetto a ottobre 2020, quindi su base tendenziale, i prezzi dei beni energetici sono aumentati, passando dal +20,2% al +24,9%; quelli della componente regolamentata dal +34,3% al +42,3% e i prezzi di quella non regolamentata dal +13,3% al +15,0%; quelli dei servizi relativi ai trasporti, infine, sono saliti dal +2,0% al +2,4%. Escludendo i beni energetici e degli alimentari freschi, l’inflazione di fondo sale dal +1% al +1,1%, mentre resta stabile al +1,1% se si escludono i soli energetici.

Il confronto con il mese precedente

Quanto invece all’aumento congiunturale dell’indice generale l’Istat afferma che è dovuto prevalentemente alla crescita dei prezzi dei beni energetici regolamentati (+17,0%) e solo in misura minore a quella dei prezzi degli Energetici non regolamentati (+1,0%) e degli Alimentari non lavorati (+0,7%). Diminuiscono, invece, per ragioni che dipendono per lo più da fattori stagionali, i prezzi dei Servizi relativi ai trasporti (-0,7%) e dei Servizi ricreativi, culturali e per la cura della persona (-0,3%). Su invece i prezzi dei beni alimentari, per la cura della casa e della persona (da +0,9% a +1,0%) e quelli dei prodotti ad alta frequenza d’acquisto (da +2,6% a +3,1%).

Numeri, questi, che preoccupano sia i mercati che le associazioni dei consumatori e dei commercianti. Afferma Patrizia De Luise, presidente di Confesercenti, che “nei primi nove mesi del 2021 i prezzi delle materie prime industriali sono aumentati del 43%, il petrolio del 55%, il gas naturale del 166%”. Questo si riperquoterà sui prezzi e sui consumi. Dice infatti De Luise: “La maggiore inflazione potrebbe sottrarre, in due anni, 9,5 miliardi di euro di consumi: circa 4 miliardi quest’anno e 5,5 miliardi del 2022”. Assoutenti lo definisce “un massacro”, mentre Massimiliano Dona, presidente dell’Unione Nazionale Consumatori chiede un intervento governativo per calmierare i prezzi, sterilizzare i rincari dei carburanti e ridurre temporaneamente le accise di 20 centesimi.

 

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