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Tim, Gubitosi pronto alle dimissioni. E su Kkr “decidono i soci”

gubitosi tim

L’Ad di Tim Luigi Gubitosi, con una lettera al cda dell’azienda che si riunirà domani, si dichiara pronto alle dimissioni. Un gesto che va nella direzione di accelerare la valutazione della non binding offer di Kkr arrivata venerdi scorso e discussa domenica, per quanto l’Ad non fornisca giudizi di merito sulla bontà dell’offerta. “Al fine di favorire il processo decisionale da parte del Consiglio, metto a disposizione del Cda le deleghe che mi avete conferito, per vostra opportuna valutazione. Se questo passaggio consentirà una più serena e rapida valutazione della non binding offer di Kkr, sarò contento che sia avvenuto”, scrive Gubitosi nella lettera, secondo quanto riportato da Adnkronos.

Per Gubitosi andrebbero garantite due cose: la tutela degli stakeholder senza privilegiare posizioni individuali e il fatto che il Cda debba assicurare un’informazione trasparente al mercato. Informazione trasparente non sembra una terminologia scelta a caso, visto che la lettera dell’Ad descrive anche la volontà iniziale di alcuni consiglieri di non diffondere la notizia dell’offerta Kkr.

Sull’offerta di Kkr Gubitosi è chiaro: va valutata. E la valutazione può essere fatta abbastanza velocemente. In merito alla non binding offer di Kkr “è urgente nominare i consulenti finanziari e approvare l’immediata concessione di un periodo di tempo ragionevole per effettuare una limitata due diligence su documenti ed informazioni accettabili per il Consiglio. Tecnicamente potremmo essere pronti a una data room in 48/72 ore”.

“Non posso tacere lo stupore generato da alcune posizioni assunte; mi permetto, quindi, di riassumere il mio pensiero”: scrive l’Ad di Tim nella lettera. “L’indicazione di interesse inviata venerdì 19 novembre da Kkr riguarda il lancio di una Offerta Pubblica di Acquisto totalitaria verso sia le azioni ordinarie sia le azioni di risparmio. È ovvio, quindi, che i soggetti che potrebbero esserne interessati sono tutti gli azionisti della nostra società. Il destinatario di una eventuale offerta, quindi, non è la società ma i soci che decideranno nella loro autonomia come comportarsi. In questo caso, il Cda deve rigorosamente attenersi alle regole, atteso che non ha un ruolo attivo ma deve assicurare la trasparenza e corretta informazione al mercato.  In particolare, ai sensi della normativa vigente, qualora l’Offerta venisse formalizzata, il Cda dovrà con totale trasparenza consentire agli azionisti di valutare la convenienza dell’Offerta e la congruità del prezzo offerto”.

Gubitosi si rivolge anche ai consiglieri indipendenti: “Hanno un ruolo fondamentale in quanto il Consiglio, a tempo debito, dovrà sulla base  del lavoro degli amministratori indipendenti, emettere un comunicato  che conterrà una valutazione degli effetti che l’eventuale successo  dell’Offerta potrà avere sugli interessi della società,  sull’occupazione e sulla localizzazione dei siti produttivi”,  sottolinea Gubitosi.

“L’indicazione di interesse inviata venerdì 19 novembre da Kkr riguarda il lancio di una Offerta Pubblica di Acquisto totalitaria verso sia le azioni ordinarie sia le azioni di risparmio. È ovvio, quindi, che i soggetti che potrebbero esserne interessati sono tutti gli azionisti della nostra società. Il destinatario di una eventuale offerta, quindi, non è la società ma i soci che decideranno nella loro autonomia come comportarsi”. In altre parole, il Consiglio deve agire nell’interesse di tutti i Soci e a tutela del mercato.

“In questo caso, il Cda deve rigorosamente attenersi alle regole, atteso che non ha un ruolo attivo ma deve assicurare la trasparenza e corretta informazione al mercato. In particolare, ai sensi della normativa vigente, qualora l’Offerta venisse formalizzata, il Cda dovrà con totale trasparenza consentire agli azionisti di valutare la convenienza dell’Offerta e la congruità del prezzo offerto” scrive ancora.

Secondo Gubitosi “atteggiamenti dilatori da parte del Consiglio, che possono essere interpretati come volti a difesa degli interessi di taluni azionisti, sono da evitare e sarebbero tali da ingenerare significative responsabilità sugli organi della Società” sottolinea l’Ad. Un dito puntato su chi ha fatto trapelare nei giorni scorsi di non gradire l’offerta Kkr: Vivendi.

“Il nostro dovere è quello di tutelare gli interessi di tutti i nostri stakeholders, in particolare il mercato, di non privilegiare posizioni individuali e di agire nel rispetto rigoroso delle regole con rapidità per tutelare la stabilità della nostra società”.

Nei giorni scorsi si è parlato proprio della possibilità che Gubitosi (messo in difficoltà dai recenti risultati economici della compagnia criticati soprattutto dal primo azionista della società, Vivendi) abbia avuto un ruolo nella decisione ambiziosa di Kkr, che è già azionista di Fibercop, il veicolo creato con Tim e Fastweb per la gestione dell’ultimo miglio della rete. Ma ha smentito nella lettera al Cda: le accuse su una sua vicinanza a Kkr, la cui offerta va valutata dai soci di Tim, sono fuori luogo e false, per Gubitosi. “Le non troppo velate accuse che mi sono state rivolte in relazione alla mia presunta vicinanza a KKR, oltre ad essere totalmente fuori luogo e false come ho ripetutamente fatto presente, non devono essere utilizzate strumentalmente per rallentare il processo di esame della indicazione di interesse, tentativo dal quale mi dissocio in modo netto”.

 

Nella lettera c’è spazio anche l’accusa di mancanza di rispetto verso il mercato da parte di alcuni consiglieri del Cda.

Gubitosi richiama quanto avvenuto il 21 novembre scorso, domenica, nel consiglio convocato d’urgenza da Tim. “L’idea, ventilata da alcuni consiglieri di non inserire il prezzo nel comunicato stampa o di non precisare le condizioni poste da KKR, o addirittura l’interrogativo sull’opportunità di emettere un comunicato, dimostrano la totale mancanza di rispetto verso il mercato che non può appartenere alla cultura di Tim”, ha scritto l’ad di Tim, Luigi Gubitosi, in una  lettera inviata ai consiglieri di amministrazione alla vigilia del  board di domani. “La stessa trattazione tra gli ultimi punti dell’ordine del  giorno del Cda di domani può dare un senso di scarsa priorità”.

Sull’offerta Gubitosi è chiaro: va valutata. “L’indicazione di interesse inviata venerdì 19 novembre da Kkr riguarda il lancio di una Offerta Pubblica di Acquisto totalitaria verso sia le azioni ordinarie sia le azioni di risparmio. È ovvio, quindi, che i soggetti che potrebbero esserne interessati sono tutti gli azionisti della nostra società. Il destinatario di una eventuale offerta, quindi, non è la società ma i soci che decideranno nella loro autonomia come comportarsi”.

“In questo caso, il Cda deve rigorosamente attenersi alle regole, atteso che non ha un ruolo attivo ma deve assicurare la trasparenza e corretta informazione al mercato. In particolare, ai sensi della normativa vigente, qualora l’Offerta venisse formalizzata, il Cda dovrà con totale trasparenza consentire agli azionisti di valutare la convenienza dell’Offerta e la congruità del prezzo offerto” scrive ancora.

In altre parole, il Consiglio deve agire nell’interesse di tutti i Soci e a tutela del mercato.

“Per questa ragione, atteggiamenti dilatori da parte del Consiglio, che possono essere interpretati come volti a difesa degli interessi di taluni azionisti, sono da evitare e sarebbero tali da ingenerare significative responsabilità sugli organi della Società” sottolinea l’Ad.

L’offerta di Kkr

Il fondo americano Kkr ha presentato venerdì a Tim una manifestazione d’interesse “non vincolante e indicativa” per un’offerta pubblica di acquisto sul 100% delle azioni finalizzata al delisting. È stata qualificata come “amichevole”. Il prezzo indicato da pagare interamente per cassa “sarebbe pari a 0,505 euro”. I termini dell’operazione sono stati resi noti al termine della riunione straordinaria di domenica del cda della compagnia telefonica. Si tratta di un’Opa ‘amichevole’, per la quale Kkr attenderà un periodi di quattro settimane per lasciare a Tim il tempo di valutarla e al Governo di dare il suo eventuale gradimento, al quale l’offerta è vincolata, visto che su una società strategica come Tim il governo ha la possibilità di esercitare il Golden Power. Cdp è azionista al 9% di Tim e al 60% di Open Fiber.

Vivendi ha già fatto sapere di non gradire un’operazione di questo genere. L’offerta prospettata da Kkr, ha fatto trapelare il primo azionista della società telefonica, è insufficiente e lo è perché rispecchia il valore di una società impoverita dalla gestione dell’amministratore delegato Luigi Gubitosi. Per ora sono indiscrezioni, accreditate da fonti interne al gruppo di Vincent Bollorè, ma la sequenza di fatti che si sono concentrati nello scorso weekend suggerisce una posizione piuttosto ferma.

 

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