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La settimana, storie e analisi: un anno che non deve finire

quirinale fortune italia

Dicembre è il mese della nostra selezione Businessperson of the year. Anche l’edizione 2021 è costruita guardando ai risultati, al merito e alla parità di genere. Abbiamo scelto dieci manager in otto settori diversi – finanza, industria, energia, food, tech, pharma, moda, startup – e tra loro abbiamo individuato quello che, secondo la nostra valutazione, ha inciso di più alla guida del suo gruppo.

La selezione completa è disponibile sul nuovo numero di Fortune Italia, che trovate in edicola e online.

E adesso, ecco gli argomenti della newsletter di questa settimana:

– Un anno che non deve finire
– L’impennata di dimissioni in Italia
– Presente e futuro della lotta all’Hiv
– Il passo indietro di Dorsey
– La prima donna presidente di Disney

 

L’opinione
Di Fabio Insenga

Dicembre è tradizionalmente il mese dei bilanci. E quasi sempre, sospesi nel dubbio se sia meglio guardare indietro o guardare avanti, si scioglie l’esitazione rifugiandosi nei buoni propositi e nelle aspettative confortanti. Quest’anno, il 2021, ha una caratteristica insolita: è un anno che non deve finire. 

Da tanti punti di vista. Sul piano economico, non si deve fermare la crescita che si è innescata, non si deve sprecare il lavoro fatto per costruire le basi di una ripresa duratura, non si deve disperdere la spinta alla trasformazione che sta interessando quasi tutti i settori, dal pubblico al privato. Sul piano politico, con il delicato passaggio del voto per il Quirinale sempre più vicino, vanno capitalizzati i mesi di lavoro di un governo che, al netto di qualche passo falso, ha il merito di aver rimesso al centro le cose da fare. Sul piano sociale, ancora strettamente legato a quello sanitario, non vanno vanificati i risultati ottenuti attraverso la vaccinazione di massa anti-Covid. Possibilmente, ridimensionando la resistenza no vax fino a renderla marginale.

Tentando una sintesi estrema: è necessario costruire su quello che è stato fatto finora, facendo molta attenzione a non smontare, ad aggiungere e non a togliere, a valorizzare e a non compromettere.

Trovate qui l’opinione integrale.

[email protected]

 

Le altre storie della settimana

Lavoro
Dimissioni in Italia, da aprile a novembre +23,2%

L’America è ancora lontana e i numeri del fenomeno chiamato ‘great resignation’ o ‘big quit’ non sono paragonabili. Eppure, anche in Italia si comincia a osservare una crescita del numero delle dimissioni. Nel numero di Fortune Italia in edicola c’è proprio un approfondimento su quello che sta accadendo, su cosa c’è dietro e quali analogie (e quali differenze) ci sono rispetto al mercato statunitense. Ma intanto si può partire dai numeri: quelli più aggiornati che sono stati forniti dal ministero del Lavoro e che dicono che la tendenza registrata nel secondo trimestre (+10%) non solo si consolida ma cresce. Tra l’1 aprile e il 10 novembre, infatti, in Italia è stato registrato un aumento del 23,2%.

Health
Aids, presente e futuro della lotta all’Hiv/VIDEO

In 40 anni la ricerca scientifica ha modificato radicalmente la terapia dell’Hiv, assicurando alle persone sieropositive un’aspettativa di vita praticamente analoga a quella delle persone non infette dal virus dell’Aids. Ma lo stigma è duro a morire, e sono ancora molte le disuguaglianze in termini di accesso alle cure, ma anche di tipo economico: è il caso dell’accesso al credito. E la pandemia di Covid-19 si è fatta sentire in modo pesante. 

Nel 2020, intanto, sono state segnalate 1.303 nuove diagnosi di infezione da Hiv, un numero ancora più ridotto rispetto ai casi già in progressiva diminuzione osservati negli ultimi dieci anni. Sembra una buona notizia, ma non è così.

Social
Twitter, ecco perché Dorsey ha fatto un passo indietro

Un megafono politico. E un gancio, un link che apre sul mondo. Centoquaranta caratteri, poi divenuti 280: Jack Dorsey, dimessosi dalla carica di Ceo di Twitter con effetto immediato, è stato un visionario che ha scritto un pezzo di rivoluzione, non solo nel tech.

Imprese
Disney, arriva Susan Arnold. Prima donna presidente

Per la prima volta in 98 anni di storia, la Disney ha eletto una donna come presidente. Susan Arnold, membro del consiglio di amministrazione della Disney da 14 anni, succederà a Bob Iger alla fine di quest’anno. In precedenza è stata dirigente presso la società di investimento globale Carlyle.

Notizie Adnkronos:

– Impatta lancia la nuova figura del Public innovation manager

Vittoria Assicurazioni festeggia 100 anni

 

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