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Cgil e Uil in piazza. “Ciò che divide è la precarietà, non lo sciopero”

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E’ il giorno dello sciopero generale di 8 ore di Cgil e Uil “contro una legge di bilancio inadeguata e ingiusta“. Una protesta contro la manovra del governo Draghi alla quale la Cisl ha scelto di non aderire. “Si sta determinando una distanza tra i bisogni del Paese reale e la politica che si sta sempre più chiudendo al suo interno e non si pone il problema che più della metà del corpo elettorale non va a votare”, ha detto dal palco della manifestazione nazionale in piazza del popolo a Roma, il segretario della Cgil, Maurizio Landini.

Dal leader sindacale arriva anche una risposta a chi li accusa di creato una spaccatura con questa giornata. “Quello che divide il Paese non è lo sciopero generale ma l’ingiustizia e la precarietà sul lavoro” Per Landini c’è bisogno di un “cambiamento per legge delle cose sbagliate”. “Si dice che c’è la ripresa -aggiunge – ma quale lavoro sta creando la ripresa? Vediamo i numeri dell’Istat: l’85% delle assunzioni sono contratti a termine, di somministrazione, a chiamata, intermittenti; la percentuale di contratti con durata superiore a 1 anno non arriva all’1%. Non possiamo continuare cosi’. A suo giudizio la precarietà si combatte cancellando forme di lavoro assurde inventate per legge”.

Oltre alla manifestazione nazionale a Roma, ci sono iniziative interregionali in altre 4 città: Bari, Cagliari, Milano e Palermo. Pierpaolo Bombardieri, leader della Uiil, sottolinea che “oggi ci sono cinque piazze piene. È strano dire che non rappresentiamo il Paese reale, chi è rimasto indietro. Chiediamo al governo di fare scelte diverse. Il Paese ha bisogno di risposte, che finora non sono sufficienti”.

“Ai politici dico: svegliatevi e ascoltate queste persone. Ci hanno accusato di aver dilaniato il tessuto sociale, il disagio sociale invece c’è. Lanciamo un segnale al governo e alla politica, c’è bisogno – aggiunge – di misure concrete, c’è un Paese che chiede di superare disuguaglianze e difficoltà. I poveri sono un milione in più, 2 milioni di famiglie non riescono a fare le visite di prevenzione sanitaria. Quando ci dite che avete dato 8 miliardi per sanità, avete dato 170 miliardi alle aziende che hanno delocalizzato, che hanno licenziato con sms, ricordate queste cose quando parlate di equità e giustizia. Noi vogliamo Paese diverso con la nostra voglia di cambiare e di avere una società più giusta. Non ci fermeremo e andremo in piazza se necessario”.

 

 

 

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