NF24
Cerca
Close this search box.

Quirinale, terza fumata nera. Ma i partiti cominciano a contarsi

Le bianche sono sempre la maggior parte, ma il numero cala vistosamente. Nonostante la decisione del centrodestra e del centrosinistra di non indicare nessun nome sulla scheda della terza votazione per l’elezione del presidente della Repubblica, i partiti e le correnti cominciano a contarsi.

Fdi ha deciso di distinguersi dal resto della coalizione e di votare un candidato di bandiera, Guido Crosetto, fondatore del partito con Giorgia Meloni, che alla fine raccoglie 114 voti, più del doppio dei numeri sulla carta.

Il più votato di tutti è però il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, che raccoglie voti 125 voti. Comincia a crescere anche Pier Ferdinando Casini, spinto da Matteo Renzi, che molti considerano il vero outsider: per lui 52 voti .

Da domani il quorum scende a 505 e i giochi entreranno nel vivo. La rosa di nomi (Moratti, Pera e Nordio) offerta dal centrodestra e respinta dal centrosinistra sembra già finita nel dimenticatoio. Così come la richiesta di conclave avanzata a tutti i leader dal segretario del Pd, Enrico Letta.

Il centrodestra è a un bivio. Deve decidere se tentare la prova di forza alla quarta votazione, puntando sulla presidente del Senato, Elisabetta Alberti Casellati (come chiede Fratelli d’Italia) cercando di raccogliere voti sparsi nelle altre forze politiche, a cominciare dal M5s che all’inizio della legislatura la votò come seconda carica dello Stato. Un modo anche per spaccare il fronte del centrosinistra che a stento riesce a mantenere compattezza, visto che – al contrario del segretario dem – il leader dei 5stelle non ha tra le sue priorità preservare la figura di Mario Draghi.

La mossa, tuttavia, metterebbe a rischio la tenuta dell’esecutivo che invece è proprio l’argomento che il leader della Lega usa per tenere a palazzo Chigi Mario Draghi. Enrico Letta lo dice esplicitamente, trovando anche la sponda di Matteo Renzi: “Proporre la candidatura della seconda carica dello Stato, insieme all’opposizione, contro i propri alleati di governo – dice – sarebbe un’operazione mai vista nella storia del Quirinale. Assurda e incomprensibile. Rappresenterebbe, in sintesi, il modo più diretto per far saltare tutto”.

Sparita dai radar, per ora, la proposta di candidare al Colle il presidente del Consiglio, che però potrebbe tornare in auge dalla quinta votazione qualora si trovasse un accordo sul governo.

ABBIAMO UN'OFFERTA PER TE

€2 per 1 mese di Fortune

Oltre 100 articoli in anteprima di business ed economia ogni mese

Approfittane ora per ottenere in esclusiva:

Fortune è un marchio Fortune Media IP Limited usato sotto licenza.