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Quirinale, il centrodestra va alla conta. Voterà Casellati

Niente nome condiviso, di certo non alla quinta votazione. In un vertice ieri sera il centrodestra ha infatti deciso di presentarsi allo scrutinio che comincerà oggi alle 11 con un nome: quello della presidente del Senato, Elisabetta Alberti Casellati.

La candidatura era già stata avanzata martedì, suscitando una fortissima reazione del segretario del Pd, Enrico Letta, che aveva detto chiaramente che andare avanti su una strada del genere significava mettere a rischio il governo. Un messaggio non soltanto nei confronti di Matteo Salvini in quanto leader dello schieramento ma anche di Giuseppe Conte: il timore, infatti, è che su quel nome possano convergere voti sparsi soprattutto degli esponenti del M5s. Ma è proprio il timore di una fine anticipata della legislatura a guidare la maggior parte delle mosse degli elettori grillini. Anche oggi Letta mostra la sua irritazione. “Mi sto chiedendo se ho fatto bene a fidarmi, siamo stati portati in giro per tre giorni”, ha detto.

A questo punto gli scenari sono due: che l’azzardo del centrodestra riesca portando all’elezione della prima donna capo dello Stato italiano oppure che le urne certifichino l’insufficienza dei numeri della coalizione. Toccherà allora a Salvini decidere se andare avanti con un nome d’area oppure riaprire il dialogo con il centrosinistra dopo questo strappo.

Intanto la conferenza dei capigruppo ha stabilito, su richiesta praticamente di tutti i partiti, di raddoppiare il numero degli scrutini già da oggi.

In quello di ieri il dato più significativo è stato l’aumento dei voti confluiti sul presidente della Repubblica uscente, Sergio Mattarella: 166. Un nome che resta in campo, nonostante si sia più volte detto indisponibile al bis, proprio perché garantirebbe lo status quo e la permanenza di Mario Draghi a palazzo Chigi. Anche la candidatura del premier, però, è sullo sfondo, sebbene tra i partiti della maggioranza la gran parte(praticamente tutti tranne il Pd) sia ancora apertamente schierata per una sua continuità a capo dell’esecutivo.

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