MacKenzie Scott ha fatto sapere di aver donato più di 3,8 miliardi di dollari a 465 organizzazioni non profit dallo scorso giugno.
In un post su Medium di mercoledì 23 marzo, la ventiduesima persona più ricca del mondo ed ex moglie del fondatore di Amazon Jeff Bezoz ha elencato i suoi ultimi beneficiari, per lo più entità minori poco rappresentate. Ad oggi, Scott ha donato oltre 12 miliardi di dollari in quattro round di finanziamenti.
Nonostante ciò, il suo patrimonio netto è ancora valutato a quasi 56 miliardi di dollari, secondo il Billionaire Index Bloomberg.
“Quando il nostro team di donazioni si concentra su qualsiasi sistema in cui le persone stanno lottando, non abbiamo la presunzione che noi, o qualsiasi altro singolo gruppo, possiamo sapere come risolverlo” ha scritto Scott. “Non sosteniamo politiche o riforme particolari. Cerchiamo invece un portafoglio di organizzazioni che dia la possibilità a tutte le persone di prendere parte alle soluzioni”.
Circa il 60% delle organizzazioni che ricevono donazioni in questa tranche sono guidate da donne, ha osservato Scott. Inoltre, il 75% è composto da persone che vivono nelle aree che supportano e hanno una conoscenza personale dei problemi che vogliono affrontare.
Scott è una dei tanti multimiliardari che hanno firmato il Giving Pledge, con l’impegno di donare metà della propria fortuna in beneficenza.
“La tendenza universale degli esseri umani a gridare in caso di pericolo è un ironico promemoria di quante cose abbiamo tutti in comune, oltre a costituire la prova del fatto che possediamo ciò che è necessario per risolvere i problemi condivisi” ha affermato. “È come se avessimo l’antidoto per il veleno a portata di mano, ma non ce ne rendiamo conto. Siamo tutti umani. E tutti noi abbiamo tantissima energia da dedicare ad aiutare e proteggere coloro che amiamo. È facile pensare a gruppi diversi che lottano all’interno degli stessi sistemi non solo come entità separate, ma addirittura opposte. Eppure, quando aiutiamo un singolo gruppo, spesso, in realtà, li stiamo aiutando tutti”.
L’articolo originale è su Fortune.com
