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Gas, la Germania attiva la prima leva di emergenza (ce ne sono altre due)

A causa del timore che la Russia possa fermare le esportazioni di energia da un momento all’altro, la Germania ha deciso di utilizzare la prima di tre leve previste dal piano di emergenza per preservare le forniture di gas.

Il vicecancelliere Robert Habeck ha detto ai giornalisti mercoledì che la mossa è ancora di natura strettamente preventiva poiché i contratti continuano a essere onorati per il momento da Mosca e che il Paese non corre alcun grave pericolo di dover razionare i rifornimenti.

Tuttavia, ha deciso di avviare una fase di ‘pre allerta’ per monitorare le vulnerabilità del sistema attraverso un’apposita task force che si riunirà quotidianamente composta da funzionari governativi, enti regolatori e rappresentanti di aziende che forniscono servizi pubblici.

“Le altre fasi sono chiamate ‘allerta’ ed ‘emergenza’ e solo nell’ultima delle tre si prevede che lo Stato intervenga per regolare il flusso di gas”, ha affermato Habeck. Prima che si arrivi a quel punto, alle aziende di servizi di pubblica utilità verrà richiesto di adottare misure che incidono sui loro clienti al fine di preservare le forniture. “Non ci siamo ancora e non ci vogliamo arrivare”, ha aggiunto.

Habeck ha spiegato che la sua decisione di avviare il sistema di monitoraggio di pre allerta nasce dal fatto che la Russia ha annunciato l’intenzione di proporre modifiche alla legislazione che potrebbero costringere la Germania a pagare le sue importazioni in rubli, una violazione delle attuali condizioni contrattuali.

Anche per questo, Habeck ha sottolineato che il risparmio energetico non è solo un dovere patriottico sia per i consumatori che per le imprese, ma è anche nell’interesse dell’Ucraina. “Siamo nella situazione in cui devo affermare chiaramente che ogni kilowattora risparmiato aiuta”, ha detto.

Attualmente i serbatoi di stoccaggio del gas naturale sono pieni per circa un quarto, secondo Habeck. Data una serie di fattori che influenzano la domanda, il vicecancelliere ha spiegato di non essere in grado di prevedere in modo affidabile quanto a lungo potrebbe durare l’attuale disponibilità se la Russia dovesse fermare le esportazioni.

Tuttavia, con l’arrivo delle temperature più calde, la sua principale preoccupazione – ha osservato – è garantire che la Germania possa affrontare il prossimo inverno, quando l’Europa punta ad avere serbatoi pieni all’80% circa.

La dipendenza della Germania dalla Russia per l’importazione di gas è diminuita, dal 55% al 40%, secondo Habeck. Il cambiamento è dovuto principalmente alle nuove forniture di gas naturale liquefatto dai Paesi Bassi, nonché alle forniture dei vicini Francia e Belgio.

Forse di conseguenza, il portavoce del governo russo Dmitry Peskov ha fatto capire che il Cremlino potrebbe ammorbidire la sua posizione sui pagamenti in rubli, dicendo che la transizione non avverrà dall’oggi al domani: “I pagamenti e le consegne richiedono molto tempo”, ha detto ai giornalisti.

La guerra di aggressione di Putin contro l’Ucraina ha messo in evidenza la dipendenza della Germania dalle importazioni di energia a basso costo dalla Russia che sono cresciute sotto il precedente governo guidato da Angela Merkel, mentre il Paese ha gradualmente eliminato l’energia nucleare.

La Germania è l’unico Paese ad aver annunciato un’uscita graduale sia dal carbone che dalla fissione nucleare, mettendo a dura prova la sua sicurezza energetica.

In un’intervista a un settimanale tedesco pubblicata domenica, il Ceo di Tesla Elon Musk ha invitato il governo ad abbandonare i piani per chiudere le sue ultime tre centrali atomiche rimaste, una decisione che era stata presa frettolosamente dopo il disastro di Fukushima.

“Voglio essere totalmente chiaro, è assolutamente folle”, ha detto Musk al quotidiano Welt am Sonntag, sostenendo che il pericolo di disastri in Germania era remoto. “Non solo gli impianti esistenti non dovrebbero essere chiusi, ma dovreste riattivare quelli già messi offline”.

L’articolo originale è su Fortune.com

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