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‘La Fisica che ci piace’ e la nuova era social della scuola

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Aggregando tutti i social network, da TikTok a Instagram, ha messo insieme oltre 1 milione utenti. Fan di ogni tipo, anche adulti, non solo studenti che lo seguono partecipando attivamente alle sue lezioni. I suoi post su Facebook, i reel, le stories, i suoi video pubblicati su YouTube sono visualizzati ogni settimana da centinaia di migliaia di persone, affascinate da pillole di Fisica riprese durante le ore di didattica in classe (senza inquadrare gli studenti ovviamente). Lui è il professore Vincenzo Schettini, insegnante poco più che quarantenne dell’istituto superiore Luigi dell’Erba di Bari, creatore delle pagine social e del marchio ‘La Fisica che ci piace’. Fortune Italia lo ha intervistato (qui trovate la conversazione integrale) e il prof tra i più amati d’Italia ha raccontato che “si tratta dell’inizio di una nuova era per la scuola”.

Professore, gli italiani popolo di santi, navigatori e appassionati di fisica…

Insegno da quindici anni alle superiori e, da poco prima del lockdown, la mia classe si è ‘allargata’. Alcuni anni fa ho capito che la Rete poteva dare voce ad una materia bellissima come la fisica: misteriosa, illuminante, che contiene una serie di aspetti che aiutano a pensare. La cosa che mi ha sorpreso è che tra i miei follower ci sono anche persone adulte che non sapevano neanche cosa fosse la fisica e si sono scoperti appassionati e interessati.

Le sue esercitazioni, gli esperimenti ‘da laboratorio’ e le formule si prestano molto al linguaggio breve dei social.

Sì, devo dire che gli strumenti che la tecnologia ci ha messo a disposizione in questi ultimi anni sono perfettamente applicabili alle mie dimostrazioni. I video che vedete postati sono esattamente le lezioni che faccio in classe, semplicemente un po’ editate e montate. In generale penso che qualsiasi appassionato o studioso di qualsiasi disciplina possa comunicarla con il linguaggio breve dei social network per arrivare sia ai più giovani sia a un pubblico più largo. Perché, diciamolo francamente, Facebook, Instagram, TikTok e YouTube hanno sostituito la tv generalista di una volta. Ogni utente si fa il suo palinsesto e chi ha qualcosa da dire uno spazio lì lo trova. In questo il web è molto democratico e meritocratico.

La scuola è formazione ma anche interazione. E nei suoi video c’è enorme scambio tra lei e gli studenti o genitori…

Mi scrivono in migliaia per ringraziarmi per avergli chiarito dei concetti o addirittura per aver fatto nascere in loro una passione che non sapevano di avere. Il venerdì poi ho una rubrica sul mio canale YouTube sempre de ‘La Fisica che ci piace’ dove mi faccio conoscere come persona, mi apro anche nel privato e ascolto le storie degli altri, degli adolescenti in particolare. Mi racconto per connettermi con chi mi segue, per far capire che sono ‘il Prof’ ma anche una persona normale che, a sua volta, è stata alunno. Ho parlato ad esempio di un amore finito o di altri problemi che possono riguardare tutti, soprattutto i giovani. Ecco, questo aspetto credo abbia ‘umanizzato’ il mio personaggio, mostrandomi per come in realtà sono, con momenti di vulnerabilità e con le mie emozioni.

Ora ‘La Fisica che ci piace’ sta diventando una piattaforma pronta a ospitare altre materie e insegnanti da tutta Italia. Inoltre, una importante casa editrice le ha appena chiesto di scrivere un libro.

Sì, sulla piattaforma ‘Il Prof che ci piace’ ci sono matematica, inglese, chimica e tutte le altre materie, anche umanistiche. In questo modo chiunque, sia studenti delle superiori sia universitari, possono avere tutor per ripassare, approfondire o studiare insieme. Prima si andava a ripetizioni dalla figlia del vicino di casa neolaureata o dall’amica della mamma. Adesso si può scegliere tra tanti, io cerco di selezionare i migliori, con più di un insegnante a disposizione per la stessa materia. Parliamo di video-lezioni  gratuite per rompere il ghiaccio e farci conoscere, poi chi vuole sottoscrive un piccolo pacchetto ha uno slot di contenuti specifici. Una vera e propria impresa, molto impegnativa, ma che sta riscuotendo grande consenso sia tra i colleghi professori sia tra gli studenti. Ad esempio per la fisica non ci sono solo io ma anche altre colleghe che sono molto brave. Il mio libro? Sì, sto firmando con una casa editrice tra le più note e presto ne parleremo, facciamo un passo alla volta.

La scuola come istituto e la scuola come istituzione come devono guardare a fenomeni come il suo?

La mia preside è felice, mi appoggia ed è anche orgogliosa che un ‘suo’ professore abbia questo grande seguito. La scuola non credo abbia problemi nel riconoscere che questo è il linguaggio che oggi deve essere usato per avvicinare una o due generazioni di giovanissimi che, altrimenti, sarebbero lontane anni luce da noi, che siamo nati nel secolo scorso, e che oggi sembra una vita fa. Io penso che noi professori abbiamo una sorta di dovere morale nel rendere la scuola più fruibile attraverso i nuovi mass media. Dobbiamo capire che ci troviamo in una nuova, altrimenti questa resterà un’entità scollata dalla realtà, soprattutto la Scuola pubblica, appesantita dalla sua burocrazia, regolamentata da circolari e direttive ministeriali che rendono tutto troppo lento e noioso.

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