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Caso Twitter, Elon Musk sotto inchiesta

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Di Elon Musk si sta parlando tanto. Troppo? Il capo di Tesla, dopo aver deciso di acquistare Twitter per 44 mld di dollari, essersi ritirato e aver nuovamente contrattato (e nel frattempo aver twittato di voler acquistare il marchio ‘Coca-Cola’ per “riportare la cocaina nella ricetta” e dettato il proprio personalissimo “piano di Pace per l’Ucraina”), è adesso sotto inchiesta da parte della Sec, l’ente federale statunitense preposto alla vigilanza della borsa valori.

La ragione è presto detta: il suo ‘tiro alla fune’ nell’operazione di acquisto della più grande app di notizie e microblogging al mondo. Secondo il New York Times, Elon Musk avrebbe chiesto uno sconto nella seconda richiesta di accordo. Pare infatti che, rispetto alla cifra iniziale da 44 mld di dollari, gli avvocati dell’imprenditore abbiano proposto uno sconto di ben il 30%. Facendo così scendere la cifra a 31 mld di dollari.

Proposta rifiutata dai legali di Twitter che, proprio a causa dell’atteggiamento incerto di Elon Musk, si sono rivolti alla corte del Delaware. Con la richiesta di poter accedere allo scambio di email tra Musk e le autorità federali che stanno indagando, appunto, sull’offerta di acquisto del social.

L’istanza è stata presentata il 6 ottobre scorso, ma è emersa soltanto oggi. Il 4 aprile la Sec aveva inviato a Musk una richiesta di chiarimenti su “come si era mosso con le azioni di Twitter”. Il miliardario aveva spiegato di aver acquistato più del 9%, diventando uno dei maggiori azionisti di Twitter. Per poi passare a lanciare un’offerta pubblica da 44 mld di dollari.

L’attenzione delle autorità si è rivolta subito all’andamento della quotazione dei titoli, legato anche alle dichiarazioni pubbliche e sui social dello stesso Musk.

I legali della piattaforma social vogliono poter consultare la corrispondenza tra l’acquirente e la Federal Trade Commission, per capire se ci siano state irregolarità. Ma gli avvocati ritengono che lo scambio di informazioni tra Musk e le autorità federali potrebbe fornire un assist a Twitter per costringere il fondatore di Tesla a chiudere l’accordo che era stato bloccato mesi fa e poi rilanciato la scorsa settimana. Uno dei legali di Musk, Alex Spiro, ha definito la richiesta di Twitter “un diversivo”. Qualcosa, insomma, che si ritorcerà contro lo stesso Musk.

Intanto, la causa è aperta. E il giudice che si occupa del caso – una donna, Kathaleen McCormick – ha dato tempo fino alle 17 di venerdì 28 ottobre per trovare un accordo. Dopo di ché, il processo (ora messo in pausa) ricomincerà.

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