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Mattarella e l’Italia tra guerra e pace

Mattarella

Per la generazione vissuta in pace, la guerra in Ucraina segna una cesura. Mentre il premier Giorgia Meloni è impegnata nella sua prima (delicatissima) missione europea, Sergio Mattarella guarda alla storia.

“La guerra scatenata dalla Federazione Russa contro l’Ucraina sta riportando indietro di un secolo l’orologio della storia. Non possiamo arrenderci a questa deriva. Da qui il sostegno senza riserve a Kyiv”, ha detto il presidente della Repubblica, nel suo intervento al Quirinale per la cerimonia di consegna delle decorazioni dell’ordine militare d’Italia.

Allora facciamo un po’ di storia: il 4 novembre l’Italia ricorda l’Armistizio di Villa Giusti – entrato in vigore il 4 novembre 1918 – che consentì agli italiani di rientrare nei territori di Trento e Trieste, e portare a compimento il processo di unificazione nazionale iniziato in epoca risorgimentale.

Il 4 novembre terminava la Prima Guerra Mondiale. Per onorare i sacrifici dei soldati caduti a difesa della Patria, il 4 novembre 1921 ebbe luogo la tumulazione del “Milite Ignoto”, nel Sacello dell’Altare della Patria a Roma. 

Anche quando la guerra arriva in Europa, l’Italia sceglie parole di pace. “La Repubblica – con i Paesi democratici con cui si è alleata per costruire un ordine internazionale più equo e inclusivo – ha testimoniato fermamente, con la sua politica estera, la vocazione di pace, in coordinamento con le Nazioni Unite e le iniziative dell’Unione Europea e della Nato. Nello svolgimento di questa politica le Forze Armate hanno svolto un ruolo rilevante”, ha detto Mattarella.

“La strada della pace non potrebbe fare a meno dell’apporto che recate”, ha sottolineato il presidente consegnando le onorificenze all’Ordine militare d’Italia. “Le pagine che le nostre Forze Armate hanno scritto, nelle missioni a cui Governo e Parlamento le hanno chiamate, ci parlano di spirito di sacrificio, professionalità, umanità. Siamo orgogliosi delle donne e degli uomini, nostri concittadini in armi, che hanno saputo contribuire, in aree delicate e in situazioni assai difficili, ad affermare le ragioni della vita contro violenze interne e conflitti internazionali. Hanno contribuito alla lotta contro le forme di guerra asimmetrica promosse dal terrorismo transnazionale”.

“Il concetto di sicurezza, come voi ben sapete, non si esaurisce nelle problematiche della difesa militare – ha detto Mattarella – Non riguarda soltanto Stati e frontiere, come abitualmente si era usi considerare, ma riguarda la sicurezza “umana”, a partire dalle condizioni di disuguaglianza tra i popoli. È, quindi, un obiettivo che va concepito e perseguito in modo multidimensionale”.

“I riconoscimenti dell’Ordine Militare d’Italia che consegno ai militari che hanno dato prova di perizia, senso di responsabilità e valore, onorando il giuramento di fedeltà alla Costituzione, esprimono la tenace volontà della Repubblica di essere un fattore di stabilità internazionale, di promozione di diritti di libertà e di rispetto dei valori universali dei diritti dell’uomo e dei popoli. Di chi, con risolutezza, sposa la causa del dialogo e della cooperazione, senza mai rinunciare alla pacata e salda difesa dei principi su cui si basa quell’ordinamento internazionale, ispirato alla eguaglianza tra Stati e popoli, che caratterizza l’Organizzazione delle Nazioni Unite”.

Oggi il mondo è cambiato. Serve un nuovo paradigma, ma i valori restano gli stessi. “Stiamo affrontando situazioni complesse. Il progresso tecnologico porta a un confronto in tutti i domini, quello spaziale e quello cibernetico inclusi, in una situazione che registra, dolorosamente, l’esacerbarsi delle conseguenze dei conflitti sulle popolazioni e sull’ambiente. Questo – ha detto Mattarella – ci sollecita a uno strumento militare altamente flessibile e fortemente integrato nella sua dimensione interforze, oltre che organicamente coordinato in ambito Nato e, auspicabilmente, nell’ambito dell’Unione Europea. Capace di intervenire con prontezza, in aderenza a quanto disposto dalle nostre istituzioni democratiche”.

“L’Italia contribuisce con generosità, sia nell’Alleanza Atlantica – a sostegno delle esigenze della sicurezza collettiva di Paesi membri – sia nelle missioni decise dalla comunità internazionale, alle operazioni di mantenimento della pace: oltre 6.400 membri delle Forze Armate rappresentano il volto della Repubblica Italiana in più di 36operazioni militari fuori dai confini nazionali”.

“Un contributo rilevantissimo all’autorevolezza del nostro Paese nei diversi consessi internazionali nei quali si esprime la nostra presenza; accanto alla affermazione, sovente, di un modello italiano di “peace-keeping” che viene riconosciuto nella sua validità da tutti gli interlocutori. È una scelta lungimirante, che attesta la raggiunta consapevolezza di come gli interessi nazionali si sostengano e si promuovano nell’ambito della difesa di interessi generali, più ampi, nei quali possono trovare miglior tutela e salvaguardia”.

Domani la città di Roma (e la vita quotidiana dei romani) sarà stravolta. La celebrazione del 4 novembre è l’unica festa nazionale che abbia attraversato decenni di storia italiana: dall’età liberale all’Italia repubblicana. Le parole di Mattarella risuonano come un monito, per quanti guardano alla storia come a una maestra di vita.

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