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“Lavoro senza sosta o andatevene”, l’ultimatum di Musk ai dipendenti Twitter

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L’ultima o se volete l’ultimatum di Elon Musk. Ai dipendenti di Twitter, per riassumere, ha detto “inchiodatevi alla scrivania per lunghe ore ad alta intensità o lasciate”. E glielo chiede, o forse è meglio dire che glielo ordina, dopo averli dimezzati, fatti rientrare tutti dallo smart working. Ora, a leggere quello che Musk ha scritto allo staff di Twitter,  entro le ore 17 di oggi, giovedì 17 novembre, i dipendenti dovrebbero scegliere se continuare a lavorare senza sosta con l’obiettivo di costruire una Twitter 2.0 o se lasciare con in tasca tre mesi di liquidazione.

“Andando avanti, per costruire una rivoluzionaria Twitter 2.0 e aver successo in un mondo sempre più competitivo dovremo essere irriducibili. Questo significherà lavorare lunghe ore ad alta intensità. Solo una performance eccezionale” ci farà passare l’esame, ha scritto Musk ai dipendenti di Twitter. Nell’universo del tycoon miliardario un po’ eccentrico non c’è nulla di male nella sua richiesta. Lui è uno stacanovista. Da quando ha acquistato Twitter, pagando 44 miliardi di dollari, lavora ancora di più, ormai 24 ore al giorno sette giorni su sette. “Vacanza è una parola forte per me. Di solito è un’email con vista”, ha risposto in tribunale all’avvocato di alcuni azionisti Tesla che gli hanno fatto causa per il maxi-compenso da 56 miliardi di dollari.

“Lavoro praticamente tutto il tempo”, ha aggiunto, spiegando come la sua attenzione è concentrata dove ci sono situazioni di crisi fra le sue società. E ora l’emergenza è chiaramente Twitter, per la quale una “fondamentale ristrutturazione organizzativa” sarà completata a breve, forse la prossima settimana. “Prevedo di trascorrere meno tempo a Twitter e di trovare qualcuno che la possa gestire”, ha sottolineato in tribunale difendendo, con calma ma in modo risoluto, il suo operato a Tesla e il suo maxi-compenso. Al colosso delle auto elettriche – va ricordato – Musk ha devoluto gran parte del suo tempo negli anni scorsi, soprattutto nel 2017 e nel 2018, per accelerare la produzione del Model 3.

“Le probabilità di sopravvivenza erano estremamente basse”, ha detto ammettendo come gli hedge fund avevano “buone ragioni” per far di Tesla oggetto di pesanti vendite allo scoperto. Il banco dei testimoni ha offerto a Musk anche l’occasione per una critica alla Sec: continua a “perseguitarmi ma non si è accorta di Ftx”.

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