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Tim, dimissioni nel Cda mentre l’ad Labriola rassicura i mercati

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Il tema governance torna caldo per Tim. Nel gruppo occorre ritrovare armonia. Frank Cadoret, uno dei due rappresentante di Vivendi in Cda ha rassegnato le dimissioni. Così, dalla sera alla mattina. Non un commento, nessuna pubblica motivazione. Il manager aveva già lasciato il suo incarico in Canal+. Tutto questo accade nei mesi di ottobre e novembre, quando in seno al consiglio, i francesi hanno fatto emergere contrarietà sui temi relativi alla governance. L’Ad Pietro Labriola, che questi segnali francesi li coglie e li decifra, fa il punto con i suoi manager sul futuro del gruppo.

“Mi piacerebbe poter chiamare la nostra Netco: Telecom Italia” ha detto agli oltre 1.000 manager del gruppo riuniti al management meeting del gruppo per la presentazione dei risultati del terzo trimestre. Il piano di separazione sta andando avanti. “Per tutto il 2023 – ha precisato Labriola – vi assicuro che Tim sarà ancora un’azienda unica”. Fitch chiede però con urgenza il taglio del debito e di aumentare la liquidità per proteggersi dal rincaro dei costi dell’energia e dall’inflazione.

Labriola ribadisce, dopo averlo già spiegato agli stessi analisti presentando i conti del terzo trimestre, che dopo aver alzato le guidance ad agosto in occasione della semestrale, sta “rispettando i propri obiettivi” per il 2022. Probabilmente, con il nuovo piano, migliorerà i target dei prossimi due anni. Tim, ha ribadito il manager, è “un’azienda industrialmente sana”, che sta lavorando “per risolvere definitivamente un problema che si chiama debito”.

Le rassicurazioni di Labriola, però, all’agenzia di rating non bastano. Tant è che ha modificato il giudizio di rating da livello BB outlook negative a livello BB-, sempre con outlook negativo. La riduzione del debito nel 2022 è stata insufficiente, a parere di Ficht, e potrebbe salirà oltre le 4,5 volte dal 2023, la soglia per mantenere un rating BB.

Il peggioramento del contesto macroeconomico poi, spiegano gli analisti in una nota, aggiunge rischi di esecuzione ai piani di crescita dell’azienda e alla capacità di riduzione dell’indebitamento e c’è ancora incertezza – aggiunge Fitch – sull’esecuzione delle opzioni strategiche, ovvero sulla creazione di tre o più società separate, sulla creazione della Rete unica e la vendita di asset come una quota di Tim Enterprise.

I trend “operativi e finanziari” di Tim stanno migliorando ribadisce però internamente ai suoi manager Labriola e li invita a “credere alla nostra capacità di far succedere le cose”. “Ci sono delle enormi opportunità che possiamo sfruttare” ha spiegato Labriola, rimarcando come il ‘churn’, ovvero il passaggio ad altri operatori telefonici, sia “vicino ai minimi storici” e come i ricavi per clienti stiano “iniziando a salire”. “Gli indicatori di performance stanno migliorando trimestre dopo trimestre”, ha detto concluso l’ad di Tim: “Non dobbiamo guardare a quello che si dice all’esterno, le uniche nostre parole sono i risultati”.

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