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Editoria, Boccia: il governo intervenga sui costi della carta

Vincenzo Boccia

Parla Vincenzo Boccia, amministratore delegato di Arti Grafiche Boccia: “Per alcune famiglie di prodotto incrementi del 300%”. La versione completa di questo articolo è disponibile sul numero di Fortune Italia di febbraio 2023.

Vincenzo Boccia, già presidente di Confindustria, ora presidente della LUISS, amministratore delegato di una delle più importanti realtà dell’industria grafica del Mezzogiorno d’Italia, è forse uno dei protagonisti più interessanti per comprendere qual è lo stato di salute dell’editoria nel nostro Paese.

Presidente Boccia quale è, a suo parere, il futuro dell’editoria?

La carta è luogo della riflessione e del pensiero. Avrà sempre un suo ruolo importante come dimostra, per esempio, la tenuta dell’industria libraria con grande stupore degli stessi addetti ai lavori. Un sistema editoriale forte – cartaceo e digitale – è baluardo di libertà e democrazia. Inoltre, grazie agli editori e ai giornalisti, è garante della qualità dei contenuti a beneficio di lettori che devono difendersi dall’imperversare di notizie false o futili. In un futuro fatto di conoscenza e cultura della complessità ci sarà sempre spazio per una buona editoria.

Oltre al cambiamento di attitudine delle generazioni native digitali è anche quello delle abitudini di acquisto dei libri a influenzare il modello di business del vostro settore e dell’editoria libraria nel suo complesso. La depressione del mercato e l’aumento dell’e-commerce spingono editori e stampatori a produrre e consegnare in modo più flessibile e veloce. Come sta cambiando la vostra offerta e come si coniugano rapidità e qualità?

La periodica, in particolare, è in crisi. Ma non tutta: reggono le riviste di gossip, che si consumano maggiormente d’estate, e come conseguenza di Covid hanno trovato nuova vitalità i prodotti rivolti ai giovani e legati al tempo libero come sudoku e cruciverba. Resiste, inoltre, il consumo di un fenomeno di moda come quello dei fumetti manga giapponesi. Occorre poi distinguere i problemi della produzione da quelli della distribuzione la cui opzione elettronica sta fortemente penalizzando il sistema delle edicole. Come per il resto della società, anche questo mercato deve affrontare livelli sempre più elevati di complessità e le nostre aziende sono impegnate nella lettura e nell’interpretazione dei nuovi fenomeni da fronteggiare.

Crisi energetica, costo della carta, marginalizzazione dei prodotti a stampa (spesso considerati anche poco sostenibili) e aumento dei costi di trasporto. Cosa vorrebbe chiedere al Governo per arginare la deriva di un settore fortemente condizionato dalle scelte della politica?

La crisi energetica certo non aiuta l’industria della stampa né, tantomeno, quella della carta che ha avuto incrementi per alcune famiglie di prodotto del 300%. Se aggiunge anche l’aumento dei costi di trasporto non si capisce che senso abbia sollevare i tassi di interesse con il risultato di far ulteriormente lievitare i costi aziendali adottando una politica pro ciclica e quindi, per il momento che viviamo, recessiva. Il governo, nazionale ed europeo, dovrebbe al contrario promuovere una politica anti ciclica calmierando prima di tutto il costo dell’energia a partire dal mondo della produzione e combattendo la speculazione sulle materie prime che nasce ancor prima della guerra. Occorre poi correggere l’asimmetria dei costi energetici in Europa per evitare che si creino le condizioni di una concorrenza tra Paesi condizionata da deficit di competitività esterni alle imprese. I nostri prodotti, per esempio, rischiano di diventare meno appetibili di quelli di altri Paesi europei che applicano costi dell’energia inferiori ai nostri, in particolare in favore della loro industria. Bisogna avere una visione di Paese e agire con un intervento a tutto campo perché non si perdano quote di mercato, fatturati e di conseguenza posti di lavoro. Anche il sistema europeo della deroga agli aiuti di Stato non ci premia perché un Paese ad alto indebitamento come il nostro ha margini di manovra molto inferiori rispetto a Paesi, come la Germania, con maggiore spazio fiscale. Tutto questo mentre gli Stati Uniti adottano misure di sostegno al mondo industriale interno per centinaia di miliardi. Il rischio di spiazzamento, per l’Italia, è molto forte e va contrastato con decisione.

La versione completa di questo articolo è disponibile sul numero di Fortune Italia di febbraio 2023. Ci si può abbonare al magazine di Fortune Italia a questo link: potrete scegliere tra la versione cartacea, quella digitale oppure entrambe. Qui invece si possono acquistare i singoli numeri della rivista in versione digitale.

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