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Unicredit, conti spingono stipendi, non solo di Orcel

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La ‘ricetta’ di Orcel ha portato a chiudere il 2022 sopra le attese e in tasca agli azionisti, tra dividendo e buyback, 1,5 miliardi in più, ovvero una remunerazione in crescita del 40 per cento destinata a restare, secondo gli analisti “elevata, ricorrente e sostenibile” anche nei prossimi anni.

La Borsa ha brindato con il titolo, in una seduta positiva per tutto il comparto banche, che ha guadagnato il 4,6% a 19,08 euro. Ad accendere il mercato sono state per prime le indiscrezioni sulla remunerazione dello stesso ceo, Andrea Orcel, che potrebbe crescere quest’anno fra il 20 e il 40% grazie appunto ai buoni risultati raggiunti dal gruppo bancario nel 2022 con un compenso del manager che salirebbe dai 7,5 milioni attuali fino a 9/10,5 milioni.

È un tema potenzialmente divisivo tra i soci, visto che l’aumento dei compensi dovrà passare all’esame dell’assemblea del 31 marzo sul buyback, ma conferma nel contempo che la banca viaggia a gonfie vele. Ma ad aumentare, sempre secondo indiscrezioni, sarebbe anche il bonus per il personale, +20% per i dipendenti non esecutivi che lavorano in filiali e uffici e +22% per circa 900 top manager con responsabilità di rischio. Sullo sfondo il ‘giallo’ delle dimissioni della consigliera di amministrazione e presidente del comitato remunerazione di UniCredit, Jayne-Anne Gadhia. Secondo il Financial Times l’audit interno su una fuga di notizie avrebbe spinto Gadhia a dimettersi per questioni di principio.

“Il Consiglio era preoccupato per una serie di fughe di notizie che danneggiavano la banca e compromettevano il duro lavoro dei suoi dipendenti. Come best practice, il Consiglio ha condotto un’approfondita verifica interna – spiega l’istituto -. Tale audit è stato inconcludente, ma il Consiglio è molto chiaro sui suoi doveri e obblighi fiduciari. Ha intrapreso azioni chiare e rafforzato ulteriormente le sue già solide politiche per garantire la corretta gestione delle informazioni riservate al fine di sostenere i più elevati standard di governo societario in tutta la banca”.

Non ci sarebbe un nesso secondo Unicredit con l’addio di Gadhia le cui “ragioni” sono state “chiaramente esposte” nel comunicato stampa del 10 febbraio, in cui si indicava che l’uscita di Gadhia era legata “all’assunzione di un nuovo incarico (la presidenza di Moneyfarm, ndr) e al conseguente maggior impegno che le sarà richiesto”.

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