L’oro torna a volare mentre i mercati si mostrano nervosi a causa dell’incertezza sulle decisioni delle banche centrali sul rialzo dei tassi per contrastare l’inflazione fuori controllo. In questo contesto gli investitori scelgono i beni rifugio per eccellenza per mettere al riparo i loro patrimoni. Il rally dell’oro, iniziato già nelle settimane scorse con le tensioni del settore bancario, ha portato le quotazioni ad un massimo di giornata a 2.031 dollari l’oncia (+0,4%), superando il massimo registrato ad agosto 2020. Un segnale, secondo gli analisti, che dimostra come i trader stanno valutando “l’andamento dei tassi d’interesse, in particolare quelli statunitensi”.
Tra le quotazioni dei metalli spicca anche il rialzo dell’argento che ha raggiunto i 24,91 dollari l’oncia, dopo aver toccato il massimo a 25,13 dollari. In negativo i principali listini europei con Milano maglia nera che cede lo 0,58%, Francoforte (-0,53%) e Parigi (-0,39%) mentre è in controtendenza Londra (+0,37%). Le Borse sono state appesantite dalle banche (-0,5%) e dal comparto tecnologico (-1,5%).
In netto calo anche i rendimenti dei titoli di Stato con il decennale italiano che scende al 4% (-10 punti base) e quello tedesco al 2,53% (-6 punti). Lo spread tra Btp e Bund archivia la giornata in flessione a 182 punti. Tra le materie prime il petrolio si mostra debole mentre il gas scende a 44,6 euro al megawattora (-4%). Dagli Stati Uniti, intanto, arrivano una serie di dati macroeconomici più deboli del previsto che alimentano le preoccupazioni per il rischio di una recessione. Tra i vari dati, il consueto sondaggio di Adp sull’occupazione ha mostrato dati inferiori alle attese. Un elemento che sicuramente sarà valutato dalla Fed durante la prossima riunione sulla politica monetaria.