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Mamme discriminate: il 18% delle donne lascia il lavoro per la famiglia

Le chiamano super-mamme, forse sono solo equilibriste. In un’Italia che nel 2022 ha scontato il minimo storico delle nascite, con un -1,9% e meno di 400mila registrazioni all’anagrafe, le donne spostano sempre di più l’età media del parto, che è di circa 32 anni, fra le più alte in Europa, e già nel 2019 l’8,9% erano le primipare ‘over -anta’.

Dalla ricerca realizzata da Ipos per Save The Children, ‘Le equilibriste – la maternità in Italia nel 2023’, emerge anche che nel mercato del lavoro le donne scontano ancora un forte gender gap: è  attestato al 17,5% il divario lavorativo fra uomini e donne, che sale drasticamente in presenza di figli. Nella fascia d’età 25-54 anni il tasso di occupazione per le mamme con un figlio minore si ferma al 63%, mentre è al 90,4% quello dei papà. Scende ancora il tasso con due figli minori: il 56,1% delle mamme contro il 90,8% dei papà.

Sono quattro le tipologie di transizione individuate dal rapporto ‘Plus 2022comprendere la complessità del lavoro’, realizzata dall’Istituto nazionale per l’analisi delle politiche pubbliche (Inapp): la continuità lavorativa, lavorava prima e continua anche dopo il terzo mese di vita del bambino, riguarda il 44% delle donne, mentre il 18% delle donne che lavoravano lascia il lavoro dopo la nascita del bambino. Solo il 7% delle donne che non lavorava prima della maternità riesce a trovare un lavoro dopo la nascita del figlio. E’ del 32% la percentuale delle donne che, invece, restano nella condizione di inoccupazione.

La condizione delle madri lavoratrici – Ricerca Inapp-Plus

 

Un fenomeno molto diffuso, che Fortune Italia ha voluto approfondire con Barbara Montanari, già vincitrice del premio MPW – Most Powerful Women, e founder della società ‘Sartorie Leggere’.

 I dati parlano del 43% delle donne fra i 18 ed i 49 anni torna al lavoro dopo il primo figlio. Un dato che stupisce?

Non mi stupisce per niente, e penso a quanta ricchezza si perda, ogni volta che una donna è costretta a scegliere fra lavoro e famiglia. Se una donna resta nel mondo del lavoro, col suo talento, crea profitto. Anche noi donne dovremmo però invertire la visione, e smettere di credere che sia la politica a dover provvedere, altrimenti ci toccherà aspettare ancora tanto prima che la situazione si sblocchi.

Perché le politiche di sostegno alla genitorialità non decollano in Italia?

Forse manca l’interesse, a livello politico, per investire in questo tipo di soluzioni. Dovremmo interrompere il corto circuito che vede le imprese in condizione costante di attesa rispetto alle soluzioni che la politica non sembra interessata a trovare. Stupisce il fatto che non si veda l’interesse economico, il beneficio che l’intera società trarrebbe da una nuova cultura dell’impiego e dell’impresa.

Barbara Montanari – Sartorie Leggere

La sua esperienza personale conferma il dato statistico. Licenziata perché mamma single di due bambine, di cui una disabile

Io ho vissuto per 15 anni in India dove avevo mie attività imprenditoriali, mi occupavo di analisi di mercato e relazione di aziende italiane nel contesto indiano, rispetto a prodotti di alta gamma del made in Italy. A seguito della nascita della mia seconda figlia, con sindrome di Down, sono rientrata in Italia, dove ho ricominciato a fare colloqui. Mia figlia aveva già due anni quando sono riuscita a trovare lavoro in una azienda che si occupava di prodotti alimentari di alta gamma, aceto balsamico, pasta alto livello, olio d’oliva per gastronomie e boutique alimentari. Per loro ho curato l’avvio dell’ufficio marketing estero. Un lavoro che mi ha portato spesso a viaggiare, ma avevo una persona che mi aiutava, e poi c’era l’ausilio dei nonni. Vivevamo però in provincia, e il territorio non offriva occasioni di inclusione per mia figlia, quindi decisi di trasferirmi a Bologna, rinunciando al supporto dei nonni. Dopo i primi mesi, ho chiesto di usufruire dei benefici della legge 104, e dopo due settimane sono stata licenziata. Lo dico senza retorica o rancore, ma questo è stato possibile grazie al Jobs Act, e quindi  non c’è stato modo di impugnare il licenziamento. E così, invece di continuare a lottare per una causa persa, ho scelto di lottare per un futuro diverso, e Sartorie Leggere è nata così.

Lei aiuta così tante mamme, e donne disabili

Noi con il nostro progetto di sartoria inclusiva ci rivolgiamo ed impieghiamo mamme disoccupate, anche persone con disabilità, che sono un peso assistenziale per lo Stato ma possono diventare una risorsa, perché una donna che non lavora è anche una voce di spesa.
Le donne vanno sostenute. Io stessa l’ho provato, sono stata imprenditrice e poi un quadro, e quando mi sono trovata senza lavoro è stato uno shock, la mia natura non lo ha accettato, il mio fisico ha reagito, ho avuto problemi di salute.  Le donne che non vengono valorizzate diventano anche un costo sociale, mentre una persona in buona salute, che lavora e produce, è una risorsa per lo Stato, la gente che lavora crea ricchezza economica per il proprio Paese.
Credo che ci si dimentichi spesso, quando si critica una donna che abbandona il lavoro per seguire i figli, che il primo pensiero di una donna è il benessere del figlio che ha messo al mondo. Un sostegno adeguato per le madri lavoratrici deve partire dal realizzare scuole, nidi, servizi di babysitteraggio, che le permettano di lavorare serena, perché il figlio è in buone mani.

In quest’ottica dobbiamo leggere anche il ritardo dell’attuazione del Pnrr rispetto alle misure di realizzazione di nuovi asili nido?
Torniamo al punto iniziale: se la politica lo avesse messo nell’agenda delle priorità non ci sarebbero stati ritardi,  ma evidentemente questa visione è venuta a mancare. Basterebbe guardare i dati, tutti estremamente positivi, delle aziende che hanno cominciato ad avere asili aziendali e messo in atto politiche di welfare sulla base delle esigenze reali delle lavoratrici: babysitter aziendale, assunta  in maniera regolare, che ruota fra anche più famiglie, ma anche autisti che vanno a prendere i bambini da scuola e li portano in azienda, questo consente alle donne di lavorare anche fino ad un’ora in più al giorno. Sono esempi, pratiche di buon senso.

 Si parla di cultura della flessibilità del lavoro, in cosa consiste?
Io ho in mente una grossissima azienda di Bologna, gestita da Isabella Seragnoli, una imprenditrice illuminata, una filantropa di quelle importanti, che ha avviato un welfare aziendale a vantaggio non solo delle donne, e nessuno di quell’azienda pensa di lasciare il lavoro.
La flessibilità è importante, e qui vengo ad un cambiamento di rotta che si rende necessario: non basarsi sulla presenza e sugli orari ma sugli obiettivi. Per noi questa è la regola: facciamo incontri e riunioni in cui ci raccordiamo, ma se la persona lavora per obiettivo ci pensa e gli obbiettivi li raggiungiamo anche in tempi più celeri.

Ma torniamo alle donne che vengono licenziate, la soluzione è nell’auto impiego?
Lo dico fuori da ogni retorica: l’auto impiego in questo momento è, per molte, l’unica soluzione, ma non è non la soluzione. Troppe le donne con talento e risorse che vogliono esprimerlo e mettersi in gioco e non vedono altra soluzione, non vedono apertura nel mondo del lavoro, decidono per quello ma non sempre è la soluzione che hanno nel cuore, molti auto impieghi falliscono per questo. Avviare un’attività richiede risorse economiche e mentali e una che è stata licenziata spesso non le ha, e deve andarle a cercare per canali che ridimensionano le idee iniziali, oppure cambia completamente il progetto. Facciamo il caso concreto di una donna licenziata da una grossa azienda di abbigliamento, che apre un laboratorio di riparazioni, questa non è la soluzione al suo problema lavorativo, è solo una scelta dettata dalla sopravvivenza.
Le aziende dovrebbero dare più fiducia alle madri, anche alle madri sole, non vederle come un futuro costo o problema per l’azienda, ma come dei talenti che hanno saputo anche gestire problematiche difficili. Perché la maternità, anche quella complessa, aumenta gli skills delle donne.

 

 

 

 

 

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