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Etichette sul vino, Centinaio: l’Irlanda attacca un settore che è ambasciatore del Made in Italy

Contenuto calorico, grammi di alcol nel prodotto e avvertimenti su rischi di malattie del fegato e tumorali legati al consumo di bevande alcoliche. Dal 22 maggio 2026, dopo un periodo di transizione di tre anni, le bottiglie di vino e alcolici commercializzate in Irlanda avranno delle etichette sanitarie su cui sarà indicato tutto questo.

“Le istituzioni italiane, senza distinzione di colore politico, stanno già reagendo compatte”, ha spiegato a Fortune Italia Gian Marco Centinaio, vice presidente del Senato e responsabile del dipartimento Agricoltura e Turismo della Lega, durante l’evento “Health warnings: la filiera del vino sotto attacco”. Il Governo sta già lavorando per bloccare la nuova legge irlandese. “La scelta dell’Irlanda oltre a generare un allarme infondato tra i consumatori”, ha detto Centinaio “frammenta il mercato interno”.

L’obiettivo dichiarato dal nostro Paese è impedire che si apra uno spiraglio che possa portare anche altri Stati Ue ad adottare provvedimenti simili. “Dobbiamo far capire all’Italia ma anche al mondo le potenzialità del settore vino. Un settore che è l’ambasciatore del Made in Italy e che guida il nostro agroalimentare”, ha sottolineato Centinaio.

Il vino però non è ambasciatore solo a tavola. Lo è anche nei territori. L’enoturismo porta nelle cantine italiane in media 15 milioni di turisti l’anno. “Alcune aree della nostra Penisola sono diventate famose grazie al vino. Pensiamo a Conegliano Valdobbiadene, Montalcino o Barolo. Chi va in in Emilia, di certo non va soltanto per assaggiare i formaggi, soprattutto se arriva dall’estero”.

Veduta aerea delle colline di Conegliano Valdobbiadene

Il presupposto è che consumare “tutto di troppo” fa male. “Persino bere troppa acqua può portare a un’intossicazione che uccide. Il consumo moderato di ogni prodotto e una dieta equilibrata, insieme a uno stile di vita sano”, ha ricordato il senatore “è ciò che fa realmente la differenza”.

Da qui a tre anni, secondo Centinaio, l’Europa dovrebbe prendere una posizione forte. “Fare in modo che l’Irlanda torni indietro. Questo silenzio non ci piace. Siamo in un mercato unico e se l’Irlanda decide di cambiare le regole di questo mercato vuol dire che da domani anche l’Italia potrebbe tranquillamente decidere di dichiarare che la carne irlandese fa male. O la Germania che i formaggi francesi fanno male. Si creerebbe un caos a livello europeo e verrebbe meno l’idea della libera circolazione delle persone e delle merci, sancita dalla Carta dei diritti fondamentali dell’Unione europea”.

Quella della battaglia tra “Paesi e culture gastronomiche” (in questo caso enogastronomiche) è in realtà una storia vecchia. L’Italia continua ad essere fortemente contraria all’adozione del Nutri-score, ad esempio: l’etichetta a semaforo (5 lettere e 5 colori) già adottata in Francia e in altri Paesi che appunto, penalizzerebbe prodotti come IGP e DOP.

Con il Nutri-score una bottiglia d’olio extravergine di oliva sarebbe considerata ‘rossa’, e quindi ‘cattiva, perché l’olio è ricco di grassi. Ma l’olio contiene anche importanti proprietà, come le vitamine D ed E. “Sì, la battaglia tra Paesi e diverse culture gastronomiche è vecchia”, è stato il commento di Centinaio. “Ma proprio per questo l’Europa adesso deve fare il pugno duro. Mettere regole e far sì che vadano rispettate senza intaccare lo spazio degli altri. Si può competere a tavola anche in modo piacevole. Non deve essere una gara all’ultimo sorso“, ha concluso il senatore.

 

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