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Alessandro Pansa entra nel Cda TIM

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Alessandro Pansa, un uomo con una vasta esperienza nelle istituzioni e già membro del gruppo TIM dal 2019, è stato scelto come il nuovo membro del consiglio di amministrazione dell’azienda. Il suo ruolo sarà cruciale nel dibattito sulla rete, in quanto è anche il presidente di Sparkle, una controllata di TIM che sarà inclusa nella struttura di Netco. Secondo quanto trapelato, il consiglio di amministrazione di TIM lo ha cooptato con una maggioranza di nove voti a favore e cinque contro, dimostrando ancora una volta una spaccatura all’interno del consiglio. Alcuni membri del consiglio, tra cui Moretti, Romagnoli e Gallazzi, si erano schierati contro il Comitato Nomine e ora hanno votato contro la cooptazione di Pansa, forse interpretando questa scelta come un’azione ostile o un rifiuto nei confronti di Vivendi.

Vivendi, il socio francese di TIM, ha sempre dichiarato di non voler avere rappresentanti nel consiglio di amministrazione e ha presentato la candidatura di Luciano Carta come una semplice raccomandazione. Inoltre, diverse fonti hanno sottolineato la sfida estrema che un nuovo arrivato nel consiglio avrebbe dovuto affrontare, specialmente considerando le decisioni difficili che i consiglieri dovranno prendere il 22 giugno riguardo alle offerte per Netco. Pertanto, la scelta di Pansa sembra essere stata motivata dal suo già notevole conoscimento del dossier e dalla sua prontezza nel formulare opinioni ed esprimersi.

Secondo indiscrezioni di stampa, Vivendi potrebbe convocare immediatamente un’assemblea in risposta a questa decisione, anche se tale strada rischia di destabilizzare il gruppo in un momento molto delicato. Nel frattempo, il titolo di TIM ha registrato un rimbalzo in borsa, chiudendo con un aumento del 4,54% a 0,25 euro. La speculazione riguardo al dossier sulla rete ha alimentato l’interesse degli investitori in vista della riunione del consiglio di amministrazione del 19 giugno, durante la quale verrà effettuata una valutazione preliminare delle offerte presentate da KKR e dal consorzio CDP/Macquarie.

Lo scenario è animato anche dall’attesa per un possibile coinvolgimento di F2i, il principale gestore italiano di fondi infrastrutturali, che potrebbe unirsi a KKR con una quota del 15%. Ciò potrebbe portare diversi vantaggi, come la mitigazione delle questioni antitrust legate alla presenza di CDP nel consorzio e una maggiore garanzia istituzionale per il governo italiano. Questa mossa potrebbe rispondere alle preoccupazioni sollevate da KKR riguardo all’investimento nella grande operazione e ridurre i rischi di esecuzione. In questa fase, diventa più complesso coinvolgere direttamente CDP, quindi il coinvolgimento di F2i potrebbe rappresentare un’ulteriore garanzia per il governo italiano insieme alla governance di Netco offerta da KKR.

La situazione rimane in evoluzione e i prossimi sviluppi determineranno il percorso che prenderà TIM nella gestione del dossier sulla rete e nelle scelte strategiche che dovranno essere fatte.

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