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Netflix, entrate impreviste dagli scioperi di Hollywood ma bisogna chiudere le trattative

A quanto pare, lo sciopero degli sceneggiatori di Hollywood non sta danneggiando giganti dello streaming, come Netflix, quanto avrebbero voluto: anzi, sta liberando oltre un miliardo in contanti.

Annunciando gli utili del secondo trimestre 2023, i co-CEO di Netflix Ted Sarandos (nella foto in evidenza) e Greg Peters hanno espresso il loro desiderio di porre fine allo sciopero il prima possibile. Ma hanno evitato di dire che stanno per esaurire i contenuti per la piattaforma, aggiungendo invece che le previsioni relative al flusso di cassa per il 2023 sono salite da 3,5 miliardi a 5 miliardi di dollari a causa del fermo delle produzioni.

Sarandos – intervistato dall’analista di Bank of America Jessica Reif Ehrlich – ha aperto la presentazione dicendo che lui stesso proveniva da una famiglia sindacalizzata, aggiungendo: “Questi scioperi non sono un risultato che volevamo. Siamo super impegnati a raggiungere un accordo il prima possibile, che sia equo e consenta all’industria e a tutti coloro che ne fanno parte di proiettarsi nel futuro”.

I membri della Writers Guild of America (il Sindacato degli Scrittori) –circa 6.000 aderenti – dal 2 maggio si sono fermati. Seguiti, il 13 luglio, dalla Screen Actors Guild e dall’American Federation of Television and Radio Artists, nota come SAG-AFTRA.

L’ultima volta che SAG-AFTRA, il più grande sindacato di Hollywood che rappresenta 160.000 attori cinematografici e televisivi, si è unito al WGA è stato nel 1960 quando i film sono stati trasmessi in TV.

Gli attuali scioperi sono nati dalla richiesta da parte di scrittori e attori di aumenti della retribuzione base e di compensi più alti per spettacoli e film distribuiti sui servizi di streaming.

Rispondendo a una domanda sulla possibilità che Netflix esaurisca i contenuti – paura condivisa dal magnate dell’intrattenimento Barry Diller – i capi della piattaforma hanno fatto riferimento alla lettera inviata agli azionisti per il trimestre, che ha annunciato le imminenti uscite del dramma britannico The Crown, del dramma criminale sempre britannico Top Boy e del reality show Too Hot To Handle.

Queste sono digressioni, non è di questo che stiamo parlando” ha insistito Sarandos, sottolineando che il “vero punto” è finalizzare le trattative con i sindacati in sciopero.

La disponibilità a breve termine del flusso di cassa in questo trimestre potrebbe lasciare il posto a ostacoli nella strada da percorrere, ha avvertito il CFO Spence Neumann, una volta che, raggiunto un accordo con i sindacati, i motori di produzione si riavvieranno.

“Più in generale, abbiamo superato la fase più dispendiosa di costruzione della nostra strategia di programmazione originale”, ha affermato Neumann. “Quindi, potremmo avere un po’ di difficoltà a breve termine, ma se guardiamo a una prospettiva pluriennale, ci aspettiamo una traiettoria positiva e in crescita del flusso di cassa negli anni a venire”.

La nuova politica delle password funziona?

Nonostante la furia dei clienti e le critiche dei competitor, come Amazon Prime, il giro di vite di Netflix sulla condivisione delle password sembra aver funzionato.

“Abbiamo fatto progressi costanti quest’anno, abbiamo altro lavoro da fare per riaccelerare la nostra crescita”, ha scritto la società nella sua lettera agli azionisti.

Il “progresso costante” comprende ulteriori 5,89 milioni di clienti nel secondo trimestre dell’anno, una crescita dell’8% su base annua. Dunque, Peters ha dichiarato che l’iniziativa “sta funzionando”, aggiungendo che si aspetta di vedere altre sottoscrizioni nei prossimi mesi.

Ha spiegato: “Non è una cosa che si fa da un giorno all’altro perché gli interventi vengono applicati gradualmente e perché alcuni di coloro che utilizzavano la password in prestito non si iscriveranno immediatamente per avere un proprio account ma magari lo faranno il mese prossimo o fra tre mesi o sei mesi – o forse anche più in là nel tempo – quando lanceremo un titolo a cui sono particolarmente interessati”.

Si è trattato di una mossa controversa da parte del gigante dello streaming, che in precedenza aveva detto che non gli importava se i suoi clienti condividevano le password. Tuttavia, la società ha confermato che le nuove sottoscrizioni stanno già superando le cancellazioni dopo l’implementazione, a maggio, del nuovo schema in aree importanti come gli Stati Uniti e il Regno Unito.

Questa linea potrebbe essere ulteriormente spinta da Netflix che, pochi giorni fa, ha annunciato di voler portare l’abbonamento più economico senza pubblicità a 9,99 dollari al mese. I clienti già iscritti al piano potranno mantenerlo, ma le sottoscrizioni nuove o di ritorno non potranno accedere all’offerta più bassa.

Wall Street non si entusiasma

Nonostante le vendite siano cresciute del 2,7% nel secondo trimestre a 8,19 mld di dollari, le aspettative del Q3 dell’azienda non sono riuscite a impressionare Wall Street.

La lettera della società agli azionisti ha anche annunciato di aspettarsi 8,52 mld di dollari di entrate nel terzo trimestre, rispetto agli 8,67 su cui puntava Wall Street.

Di conseguenza, le azioni di Netflix sono diminuite di circa il 7% nel trading pre-mercato prima dell’apertura delle borse di New York giovedì mattina, dopo aver precedentemente chiuso a 477,59 $.

Rich Greenfield, analista di LightShed Partners, ha dichiarato a Bloomberg che i risultati sono stati buoni “ma non abbastanza per spostare il titolo al rialzo dati i cambiamenti degli ultimi tre mesi”.

Il prezzo delle azioni di Netflix ha goduto di una partenza positiva nel 2023, con un aumento, ad oggi, di circa il 62% nell’anno fino ad oggi da $ 295 dall’inizio dell’anno.

La versione originale di questo articolo è su Fortune.com.

https://fortune.com/2023/07/20/netflix-extra-cash-flow-earnings-call-ted-sarandos-greg-peters/

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