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Inflazione e stipendi, otto lavoratori su dieci favorevoli al salario minimo

salario minimo

Otto lavoratori su dieci sono favorevoli all’introduzione del salario minimo. A dirlo, nel giorno  dell’incontro fra Governo e opposizioni sul tema del salario minimo, è The Adecco Group, una delle più grandi aziende globali che si occupa di gestione delle risorse umane in somministrazione, che ha svolto un sondaggio in Italia. Secondo l’indagine il 79% degli intervistati considera quello del salario minimo uno strumento per garantire maggiore equità, mentre il 9% si dichiara favorevole purché sia al contempo incentivata la produttività delle aziende. Il 5% rimane più scettico, evidenziando che il tema deve entrare nella contrattazione collettiva attraverso una trattativa con i sindacati. Contrario invece il 7% per cui il tema non rappresenta una priorità per il Paese.

“Consideriamo utile ogni intervento che comporti maggiore trasparenza del mercato del lavoro e che contribuisca a regolare correttamente la dimensione retributiva nei rapporti di lavoro – ha affermato Claudio Soldà, CSR & Public Affairs Director di The Adecco Group Italia – Va sottolineato che il sistema del lavoro in somministrazione prevede, da sempre, l’applicazione del principio di parità di trattamento complessivo, retributivo e normativo. Guardiamo, dunque, con favore all’introduzione di un salario minimo, anche se per una valutazione complessiva sulla normativa sarebbe fondamentale considerare che un intervento come quello oggetto del dibattito attuale escluderebbe i rapporti di lavoro non coperti dei contratti collettivi ed esterni al lavoro regolare, come ad esempio i lavoratori occasionali o falsi lavoratori autonomi”.

Claudio Soldà Adecco
Claudio Soldà, CSR & Public Affairs Director di The Adecco Group Italia. Courtesy: The Adecco Group

Altro tema determinante è chiaramente l’inflazione che nel nostro Paese, nonostante un leggero miglioramento a luglio, continua a tenere in pugno le famiglie, mettendo a dura prova i bilanci domestici. Sempre secondo The Adecco Group, per il 61% dei lavoratori l’attuale stipendio non è sufficiente per far fronte ai rincari dell’inflazione, mentre il 46% ha scelto il proprio attuale lavoro in base allo stipendio e ai benefit offerti (dati sul mercato italiano riferiti alla ricerca Global Workforce of The Future).

Secondo Soldà, per affrontare il tema del salario minimo “occorrerebbe considerare e superare alcuni elementi di contesto in più, come le criticità del sistema economico che richiedono politiche industriali, economiche e sociali e le criticità del sistema di relazioni industriali e contrattuale, in particolare la frammentazione del quadro della rappresentanza sindacale. Alla luce di questo, probabilmente una legge avrebbe un impatto relativo, mentre riteniamo possa essere più efficace intervenire attraverso la pattuizione tra le parti sociali nei soli settori in cui la contrattazione collettiva non raggiunge la copertura dell’80%, come previsto dalla Direttiva EU”.

 

L’inflazione giù al 5,9% a luglio ma le famiglie sono ancora sotto pressione

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